Accostato al Genoa per quasi cinque mesi come nuovo proprietario, giulio gallazzi è molto deluso per la fumata nera con Enrico Preziosi. La trattativa per rilevare il club più antico d'Italia è saltata clamorosamente dopo un lungo tira e molla che aveva illuso il popolo rossoblu di poter tornare a competere ad altissimi livelli.

L'intervista a Giulio Gallazzi

Era questo il progetto dell'uomo dei fondi: rilanciare il Genoa in ogni ambito. Per il manager bolognese, Genova merita una squadra al top e il Grifone aveva tutte le potenzialità per spiccare il volo verso le stelle.

A proposito di stelle, quella dello scudetto era il traguardo sognato e da provare a raggiungere in tempi ragionevoli.

In una intervista a "Il Secolo XIX", Giulio Gallazzi ha svelato i punti principali del progetto di rilancio che aveva accuratamente studiato per il Genoa.

Perché la società ligure, a suo dire, è una delle più importanti in Europa e nel mondo per storia e tradizione: "Il vero investimento non era comprare il club, ma trasformarlo in quello che merita. Il Genoa è quarto in Italia per titoli vinti, ha la tifoseria che è al quinto posto per abbonamenti e un marchio riconoscibile. Ci credevamo e aspetto che il Genoa sia davvero in vendita per far ripartire il nostro sogno".

Gallazzi dice di non voler voltare le spalle al Grifone: "Se succederà, noi siamo pronti ad entrare, ma alle condizioni che possiamo permetterci".

L'uomo dei fondi non ha paura di svelare le proprie ambizioni: "C'era un piano preciso: 110 milioni di euro subito, altri 30 milioni in seguito. Volevamo prendere la licenza Uefa, raggiungere l'Europa subito, massimo in tre stagioni".

E l'idea di regalare la stella ai tifosi del Genoa non era soltanto una boutade dettata dall'entusiasmo: "Non mi vergogno a dirlo.

Noi volevamo costruire un Genoa capace di competere per lo scudetto. Chi riesce in questo obiettivo entra nella storia e noi ci avremmo provato concretamente".

Sul mercato di gennaio, Gallazzi era pronto ad intervenire, viste le difficoltà della squadra: "Pellegri e altri giocatori erano incedibili per noi. A gennaio non avremmo venduto, semmai comprato.

Le parole di Spinelli? Gestisco fondi da miliardi di euro che si fidano di me, questa è la mia risposta".

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