Contatti limitati con la stampa estera. Sarebbe una precisa indicazione del regime nordcoreano, confermata da quanto accaduto in occasione dell'ultima puntata della Domenica Sportiva andata in onda su Rai Due. La stella del Perugia, l'attaccante nordcoreano Han Kwang-song, grande protagonista di questo scorcio iniziale del campionato di Serie B con 5 gol in 6 partite, doveva essere tra gli ospiti della trasmissione, ma non è andato. Il divieto è stato imposto direttamente da Pyongyang ed è dunque la testimonianza delle restrizioni a cui sono sottoposti gli sportivi della Corea del Nord ed i lavoratoti in genere che risiedono e svolgono la propria attività all'estero.

Le lacrime di Han

Incredibile come tutto trasudi di politica nel regime di Kim Jong-un, protagonista in questo momento di un pericoloso braccio di ferro con gli Stati Uniti che potrebbe sfociare in una guerra. Il giovanissimo Han, appena 19enne, non si intende di missili e testate nucleari e le sue uniche armi sono innocue, salvo per i portieri avversari. Doveva essere il suo esordio nella TV italiana: il ragazzo si trovava in Hotel a Milano quando è arrivata la telefonata dalla Corea del Nord. Poche parole, un messaggio chiaro: il divieto di presenziare su un'emittente televisiva straniera. Han, per tutta risposta è scoppiato a piangere. Perché lui non fa politica e gioca soltanto a calcio, esattamente come Cristiano Ronaldo, il suo grande idolo.

Tutto organizzato da settimane

In realtà la presenza di Han alla DS era stata organizzata da settimane. Lui in questo periodo aveva imparato a memoria le domande che gli sarebbero state rivolte. Nulla di politico, ovviamente, ma solo calcio: il Perugia che lo ha accolto nel proprio settore giovanile, il Cagliari con cui ha realizzato il suo primo gol in serie A, un gol storico perché è il primo messo a segno da un calciatore della Corea del Nord.

Ed ancora, gli obiettivi della formazione umbra in un campionato cadetto che la vede in testa dopo sei gare, e poi l'Italia... e gli italiani. Tutto molto semplice, nulla di compromettente. Forse troppo per lo 'Stato eremita' il cui governo ha fermato tutto. Così il presidente del Perugia, Massimiliano Santopadre, ha chiamato i responsabili della DS informando che Han non sarebbe andato.

Impossibile intercedere con Pyongyang anche per il massimo dirigente dei 'Grifoni'. "Dalla Corea del Nord vogliono parlare solo con lui - riferisce La Stampa, riprendendo le parole di Santopadre - e la situazione con il governo oggi è molto più rigida. Hanno proibito ai calciatori di andare in TV all'estero. Hanno minacciato di farlo rimpatriare se lo avesse fatto. Han ha paura". Così in TV è andato Santopadre, scusandosi per l'assenza del suo bomber, motivando la mancata partecipazione alla DS per la sua giovane età. "Ha solo 19 anni, non se l'è sentita, deve ancora crescere per ciò che accade fuori dal campo". Una bugia a fin di bene, per tutelarlo, per togliere di mezzo riflettori scomodi.

Magari è lo stesso timore di Kim Jong-un, forse teme che ai suoi concittadini all'estero possano essere rivolte domande scomode alle quali è difficile rispondere. Ma qualunque giornalista con un pò di criterio non avrebbe fatto quelle domande ad Han, ad un ragazzo di 19 anni che si limita a giocare a calcio e non lancia i missili.

I dubbi sui giocatori nordcoreani

In verità, riguardo ai calciatori nordcoreani che militano all'estero, sono state sollevate numerose perplessità. Non riguardano le loro capacità, nel caso del bomber del Perugia ci sono pochi dubbi sulle sue qualità, speriamo solo che le problematiche appena descritte non influiscano sul suo rendimento. In proposito lo scorso anno due deputati del PD, Lia Quartapelle e Michele Nicoletti, avevano addirittura presentato un'interrogazione parlamentare.

Lo spunto fu l'acquisto dell'attaccante nordcoreano Choe Song-hyok da parte della Fiorentina (oggi milita anche lui nel Perugia, ndr), considerato che tutti i lavoratori nordcoreani all'estero hanno l'obbligo di versare nelle casse del regime i loro emolumenti (non ci sono dati certi, ma si parla di circa il 70 per cento dello stipendio netto). Secondo i due parlamentari, pertanto, gli introiti possibilmente percepiti da Pyongyang tramite i calciatori permetterebbero di aggirare le pesanti sanzioni economiche che gravano sul Paese asiatico. L'interrogazione rimase senza risposta, ma la Fiorentina - che si giustificò sottolineando che Choe era stato acquistato per il settore giovanile e che, dunque, non percepiva alcun introito - preferì comunque rinunciare al tesseramento dell'attaccante come professionista proprio per non incorrere in questo tipo di problemi.

Uno delle tante storie legate al piccolo Stato comunista dell'estremo oriente che oggi sono di grande attualità, sopratutto da quando Kim Jong-un ha sfidato apertamente gli Stati Uniti e la comunità internazionale.