Il Lecce perde e delude le aspettative a Catania. Una squadra che non riesce seriamente ad impensierire gli etnei per buona parte del match, regala il primo tempo e sembra una formazione mediocre, come non si vedeva da tempo. La disfatta di Catania assomiglia molto a quella di Foggia dello scorso campionato: stesso risultato, stessa inesistenza su un centrocampo che gira a vuoto, stessa impalpabilità di elementi fondamentali come Caturano, Torromino e Lepore, stesse difficoltà contro attaccanti veloci come Russotto, stessa figuraccia a fine gara.

La paura, adesso, è che il Lecce possa sprofondare nel limbo della depressione calcistica, perché la batosta di Catania è stata davvero forte. La sconfitta è senza appelli, su questo non ci sono dubbi. Ad onor del vero, va solo sottolineato che la squadra pugliese nel secondo tempo ha tenuto bene il campo e ha creato anche più occasioni da rete degli avversari, senza però riuscire a trovare la via del goal: magra, magrissima consolazione.

Problemi tattici: perché insistere se non va bene?

Purtroppo le convinzioni di certi allenatori, nel passato, hanno creato non pochi problemi al Lecce, costretto a giocare con soluzioni tattiche che erano poco appropriate agli uomini a disposizione. In realtà in molti hanno la sensazione che stia accadendo la stessa cosa quest'anno.

Perché insistere sul gioco sugli esterni se nella zona offensiva ci sono uomini che non sono velocissimi? Perché insistere con Torromino (e anche per Di Piazza è la stessa storia, anche se ieri non è stato del match a causa della squalifica) posizionato a 40 metri dalla porta ed esterno, quando lui stesso ha spiegato che potrebbe giocare da trequartista (e anche Pacilli si esalterebbe in quel ruolo)?

Perché insistere con Lepore in attacco nonostante sia sotto gli occhi di tutti la sua inadeguatezza nella zona offensiva?

Questi sono soltanto alcuni degli interrogativi che i tifosi si stanno ponendo ripetutamente in queste ore. Si era parlato, in estate, di un possibile 4-3-1-2 con Pacilli (o Torromino) dietro le punte Caturano e Di Piazza, ma purtroppo nulla di tutto ciò si è visto.

E non sarebbe una cosa da poco cambiare l'aspetto tattico nella zona offensiva, perché è proprio lì che il Lecce soffre: aver creato qualche occasione senza segnare una rete a Catania ne è la conferma. Un trequartista non solo permetterebbe all'attacco di avere maggiori soluzioni, ma sarebbe anche di grande sostegno nella copertura di un centrocampo che ieri ha girato a vuoto. Inoltre un calciatore estroso come Pacilli (o, ripetiamo, Torromino) che gioca tra le linee, metterebbe in seria difficoltà qualunque avversario, dando più soluzioni centrali al Lecce.

Nello specifico caso di ieri, il trequartista avrebbe anche limitato il raggio di azione di un Lodi che ha giocato con troppa libertà. Nessuno ha intenzione si sostituirsi al mister, sono soltanto alcune considerazioni e possibili soluzioni. Ma sappiamo bene che Rizzo, per propria scelta, questo tipo di soluzione non l'ha mai provata e questa idea ci pare, purtroppo, soltanto un'ipotesi bellissima, ma irrealizzabile al momento.