Quando il gioco si fa duro... Leo Messi si prende l'Argentina sulle spalle e la porta ai Mondiali di Russia 2018. Il film in questione potrebbe avere questo titolo, la regia è di Jorge Sampaoli che, per il soggetto e l'interpretazione, si affida alla sua star, lasciando in disparte i 'comprimari italiani'. L'Albiceleste, dunque, vince la sfida più importante in casa dell'Ecuador grazie alla straordinaria serata del suo fuoriclasse più grande, anzi del suo unico, vero fuoriclasse.

Avvio da incubo, ma ci pensa la 'pulce'

Il match di Quito inizia nel peggiore dei modi per l'Argentina.

Dopo nemmeno 1', infatti, l'Ecuador si porta in vantaggio con Romario Ibarra che, di testa, spedisce alle spalle di Romero un assist, sempre di testa, di Ordonez. La difesa di Sampaoli nella circostanza è letteralmente immobile, in particolare Mercado e Mascherano. Tutti sotto choc tranne lui, al 13' Messi viene innescato da Benedetto e punta direttamente l'area ecuadoriana, scambia con Di Maria che chiude il triangolo e lo mette in condizione di pareggiare il conto. Passano 6' e la formazione di casa ci mette del suo: Aimar fallisce il controllo del pallone al limite, Messi si impadronisce della sfera e con un sinistro violentissimo gonfia per la seconda volta la rete di Banguera. Ribaltato il punteggio, l'Argentina gioca sicuramente più sciolta: al 33' Messi serve una gran palla in area per lo scatto di Di Maria il cui tentativo verso la porta viene deviato in corner dal portiere.

Il primo tempo si chiude senza ulteriori emozioni.

Tris dell'Albiceleste

L'avvio della ripresa è poco esaltante. A parte Messi, non che l'Argentina di Sampaoli si faccia apprezzare per la qualità del suo calcio. L'Ecuador prova a reagire, ma la difesa dell'Albiceleste fa buona guardia. C'è un solo uomo, in effetti, che può donare luce a questa partita ed è ancora la stella del Barcellona.

La 'pulce' viene servita sulla trequarti al 63' e punta direttamente l'area avversaria, pecca certamente di egoismo ignorando Di Maria e, sebbene marcato da due difensori, riesce a superare Banguera con un tocco sotto. Il tris è servito ed il match può anche andare in archivio. Gli uomini di Sampaoli si limitano a controllarlo e non disdegnano qualche sortita offensiva contro un Ecuador che ha ormai la testa negli spogliatoi.

In pieno recupero Mauro Icardi, subentrato a Benedetto, avrebbe l'opportunità di aumentare ulteriormente il bottino: il centravanti dell'Inter riceve un ottimo pallone in area di rigore, ma trova la grande risposta in tuffo di Banguera che gli nega la gioia del gol. Il triplice fischio è un tripudio di bandiere biancocelesti: l'Argentina vola in Russia dove Messi potrà ancora coltivare il sogno di inseguire Diego Maradona. L'incubo di un'intera nazione è finito.

Ecuador-Argentina 1-3

Ecuador (4-2-3-1): Banguera; Velasco, Aimar, Arboleda, Ramirez; Orejuela, Intriago (77' Uchuari); A. Ibarra, Cevallos (40' E. Valencia), R. Ibarra; Ordonez (67' Martinez). All. Celico

Argentina (4-4-2): Romero; Mercado, Mascherano, Otamendi, Acuna; Salvio (90' Fazio), Perez, Biglia, Di Maria (85' Paredes); Messi, Benedetto (76' Icardi). All. Sampaoli

Arbitro: Daronco (Brasile)

Reti: 1' R. Ibarra (E), 11', 19' e 63' Messi (A)