Come direbbero gli antichi romani: "Dura Lex, Sed Lex". La sconfitta nel doppio confronto con la Svezia e la conseguente esclusione dai mondiali di Russia, è per il blasone sella nostra Nazionale, inaccettabile.

Nella storia dei mondiali solo due volte l'Italia era mancata all'appello: nel 1930 in Uruguay, ma era una questione di soldi e non di risultati sfavorevoli, e nel 1958 in Svezia (eliminazione nel gironcino di qualificazione con Irlanda del Nord e Portogallo).

Piovono critiche: intervengono anche Lotti e Malagò

All'indomani dell'eliminazione dai tifosi arrivano critiche verso ct e federazione, considerati incapaci di gestire un momento così delicato del nostro calcio, e inadatti a svolgere i ruoli affidatigli.

Il maggior colpevole, secondo la critica, è ovviamente Giampiero Ventura, reo di non aver saputo gestire un gruppo, a detta di tutti, qualitativamente molto superiore a quello che solo un'anno fa usciva ai rigori, ai quarti di un europeo contro i campioni del mondo della Germania.

Oltre che con Ventura, i tifosi se la prendono anche con Carlo Tavecchio, presidente della Federcalcio. Per la verità, con Tavecchio è stato odio a prima vista. Già dai primi mesi di presidenza FIGC, il politico milanese aveva fatto parlare di sé per le dichiarazioni molto infelici a sfondo sessista e razzista. Pareri illustri sulla questione arrivano dal ministro dello sport Luca Lotti e dal presidente del Coni Giovanni Malagò.

"Dimissioni? Spetta a Tavecchio decidere.[...] Il mondo del calcio va riformato.": i pensieri del ministro, che resta super partes e dà un'analisi tecnica della situazione. "Fossi in Tavecchio mi dimetterei.": dure le parole del presidente del Coni, che considera inaccettabile l'esclusione dai mondiali, facendo il confronto con l'altro precedente storico, quello del 1958.

Aspettiamo con ansia le risposte di presidente e ct su tutte le critiche piovute in questi giorni. Nel frattempo si fanno già i nomi dei possibili sostituti. Tra i nomi caldi per il ruolo di commissario tecnico c'è, ovviamente, quello di Carlo Ancelotti (fresco di esonero dal Bayern Monaco) insieme a Roberto Mancini, ma quest'ultimo per inimicizie col presidente della Lazio Claudio Lotito, presenza ingombrante in federazione, sarebbe restio ad accettare, a meno di un cambio dei ruoli nei piani alti della FIGC.

C'è quindi bisogno di qualcuno che prenda in mano e per mano il nostro calcio, e che, con un valido progetto lungimirante, riporti l'Italia lì dove deve stare di diritto: sulla vetta del mondo.