“Gli anelli di San Siro come delle fedi che suggellano un patto di amore degli sportivi con la squadra dell’Inter”. È con questa immagine poetica che Luciano Spalletti festeggia il successo nelle vendite dei biglietti della partita contro il Torino. Più di settantamila spettatori per una gara a mezzogiorno sono un segnale importante dell’affetto dei tifosi nerazzurri, ma anche delle attese verso una formazione è riuscita a battere il record di punti nelle prime giornate. Per continuare su questa strada si cercherà di sfruttare il vantaggio di scendere in campo prima delle dirette concorrenti, facendosi spingere anche dall’entusiasmo del pubblico in uno scontro che il mister prevede complicato.

Il valore del Torino

Spalletti infatti non si fa distrarre dalla classifica: il Torino è una squadra forte, costruita bene, tanto che “in campo ti sembra di giocare con i muscoli della loro storia”. Inoltre ha un allenatore che riesce a trasmettere ai suoi la voglia di battersi. “Questa partita potrebbe metterci in seria difficoltà perché loro in campo ti vengono addosso forte – spiega il mister – dobbiamo agire da gruppo unito, riuscendo ad anticipare le loro mosse, con le giuste reazioni, giocando nello stretto”. Cosa devono fare i nerazzurri per evitare ogni trappola? Per il tecnico di Certaldo bisogna stare attenti alle distanze tra i reparti, alle reazioni sulle fughe di un giocatore come Andrea Belotti, che finta di venirti incontro e poi attacca la profondità, non sottovalutando anche le doti da finalizzatori di Iago Falque e dell’ex Adem Ljajić.

Punzecchiature tra mister

Belle parole anche per Siniša Mihajlović, di cui Spalletti sottolinea l’esperienza e la conoscenza dell’ambiente, anche se a molti non è sfuggito l’ultimo post su Instagram in cui l’allenatore nerazzurro ha citato Anna Frank, che il serbo aveva detto di non conoscere. “Di solito si parla di un argomento solo quando accade e poi dopo una settimana tutto torna come prima, ma una società che sceglie di comunicare attraverso l’odio non può sopravvivere” chiarisce il mister, evitando ogni riferimento diretto al rivale.

Anche Mihajlović non ha voluto rispondere al gesto del collega, sottolineando come lui vada avanti per la propria strada. Invece ha punzecchiato Spalletti, ricordandogli una partita giocata da calciatore con la Lazio contro di lui nel 1998 in cui con i suoi gol lo fece esonerare dalla panchina della Sampdoria.

Lo scomodo paragone con Mourinho

Spalletti invece preferisce spendere qualche parola in più sugli obiettivi della stagione: “Non siamo ancora arrivati al momento in cui poter ragionare in modo diverso, pensando allo scudetto”. Il tecnico ricorda come l’Inter punti ad essere stabilmente tra le prime quattro in classifica, ma ci sono delle insidie: pochi i posti per la qualità delle squadre nel nostro campionato. Né vuole sentire parlare di un suo “miracolo”: “Abbiamo un salvadanaio all’ingresso dello spogliatoio dove mettere i meriti che ci attribuite, per poi ridistribuirli a tutti alla fine dell’anno”. Inoltre il mister conferma le parole di Ausilio sul mercato oculato di gennaio in cui “potrà capitare l’occasione, ma non si faranno follie, anche perché la squadra sta andando bene così”.

Infine si schermisce per il paragone con Mourinho: “Certi accostamenti non stanno né in cielo, né in terra, non sono a quel livello lì; il confronto vale solo per i tifosi, che sono i nostri 'Special 73mila'.