Francesco Messori era un ragazzino come tanti, un adolescente di 14 anni innamorato del calcio. O, forse, non era esattamente come tanti suoi coetanei, perché Francesco è nato con una grave malformazione e non ha mai avuto la gamba destra. Lui però vuole giocare al calcio ed il suo handicap non lo ferma. Ci riesce, utilizzando la protesi o le stampelle. Purtroppo, nonostante riveli un certo talento, non può giocare in campionati ufficiali, ma nel 2011 riesce ad avere la deroga del Centro Sportivo Italiano per disputare partite a livello dilettantistico insieme a giocatori normodotati.

Francesco Messori non si ferma qui e, sfruttando il potere dei social, crea un gruppo su Facebook con il quale chiama a raccolta altri ragazzi come lui, senza un arto, ma con la stessa passione per il calcio. Il suo merito è quello di aver creato nel 2012 la prima Nazionale Italiana di calcio amputati: nell'autunno del prossimo gli azzurri parteciperanno al Mondiale di categoria che si disputerà in Messico e saranno l'unica rappresentativa italiana a partecipare ad un torneo calcistico iridato, alla luce dell'eliminazione della Nazionale maggiore nelle qualificazioni per i Mondiali di Russia.

Il Mondiale di calcio amputati esiste dagli anni '80

Una storia di sport e di vita che va raccontata, anche perché non è una storia nuova, ma purtroppo è poco conosciuta.

Il Mondiale di calcio riservato ai giocatori amputati, ad esempio, si disputa da oltre trent'anni e la prima edizione risale al 1984. La Russia, campione mondiale in carica, è la rappresentativa più titolata avendo vinto sette volte contro le tre di Brasile ed Uzbekistan. L'Italia ha già partecipato all'edizione del 2014 dove venne eliminata da Haiti negli ottavi di finale dopo i calci di rigore: tutto sommato un buon debutto per una squadra totalmente nuova a competizioni di questo livello.

Il Campionato del Mondo non è l'unica kermesse internazionale del settore, esiste anche un Campionato Europeo la cui ultima edizione si è disputata in Turchia lo scorso ottobre ed è stata vinta dalla formazione di casa. L'Italia si è classificata quinta, superando l'Irlanda nella finale per il quinto posto con il punteggio di 2-0.

Il buon piazzamento ha consentito agli azzurri di staccare il biglietto per l'appuntamento iridato.

Un pò di confusione

Il prossimo Campionato del Mondo si terrà in Messico, esattamente come quattro anni fa. Questo ha generato un equivoco su qualche organo di stampa che ha riportato la notizia, pubblicando anche un calendario dell'Italia secondo il quale gli azzurri avrebbero dovuto affrontare il Messico il 30 novembre 2018, la Georgia l'1 dicembre e la Polonia il 2. In realtà questo è il cammino che gli azzurri fecero quattro fa, mentre del prossimo appuntamento iridato non esiste ancora un calendario e non è stata fissata alcuna data. "Le qualificazioni negli altri continenti sono ancora in corso - ci ha detto Renzo Vergnani, presidente ed allenatore della Nazionale Italiana - ed il fatto che il nuovo Mondiale si disputa nuovamente in Messico ha probabilmente generato un pò di confusione.

In realtà i gironi devono ancora essere resi noti, appunto perché le qualificazioni sono ancora in corso. Si disputa nuovamente in Messico perché la Federazione Internazionale non ha tantissimi fondi e dunque si è deciso di lasciare inalterata la sede di quattro anni fa".

Unica Nazionale azzurra ai Mondiali di calcio

I riflettori del media hanno iniziato ad illuminare i ragazzi di Vergnani, complice anche l'eliminazione dell'Italia di Ventura. Un dato di fatto che ci viene confermato dal diretto interessato. "In Italia c'è molta indifferenza della stampa sul nostro movimento, ma nel resto del mondo non è così. La finale del Campionato Europeo del mese scorso in Turchia è stata seguita da 42.000 spettatori allo stadio, un Mondiale di calcio amputati esiste dagli anni '80.

In Italia siamo in ritardo, la Nazionale esiste solo dal 2012, ma stiamo cercando di rimediare. Certamente, l'eliminazione dell'Italia dalle qualificazioni per i Mondiali di Russia è un male assoluto per il nostro calcio, ma non lo è stato per noi perché in qualche modo ha determinato l'attenzione dei media sui nostri ragazzi. La strada è ancora lunga per essere riconosciuti anche a livello internazionale: credo sia assurdo che il calcio amputati non rientri tra gli sport paralimpici, ma qualcosa si sta muovendo. La nostra squadra è affiliata al CSI, ma speriamo di giocare i prossimo Mondiali sotto le insegne del Comitato Paralimpico".

Le regole

Una squadra di calcio amputati è costituita da sette giocatori, le partite prevedono due tempi da 25' ciascuno.

I giocatori in campo utilizzano le stampelle, ma essendo considerate un'appendice degli arti superiori non è possibile usarle per toccare la palla che, dunque, va colpita con l'unico arto inferiore o con la testa. Il portiere solitamente ha entrambe le gambe, ma deve essere privo di un braccio e non può assolutamente uscire dall'area di rigore, pena l'espulsione.