Calcio italiano in alto mare, ma i salvagenti stanno per essere lanciati. Non è un modo di dire, ma è quanto emerge dall'assemblea della Lega di Serie A a Milano. Tra i punti all'ordine del giorno, due erano di vitale importanza. In primo luogo l'assemblea era chiamata ad approvare il bando per la vendita delle licenze pay tv nazionali per il triennio 2018-2021, dopo che lo scorso giugno il primo bando era andato praticamente a vuoto. Non meno importante, alla luce di una situazione che vede già la vacatio al timone della FIGC dopo le dimissioni di Carlo Tavecchio, era la scelta del nuovo presidente di Lega.

I club di serie A sono orientati ad evitare il commissariamento, ma al momento non ci sarebbe una convergenza verso un unico nome anche se, a margine dell'assemblea, è stato ventilata una possibile candidatura che potrebbe mettere tutti d'accordo. Possiamo pertanto definire 'grigia' la doppia fumata: è stato deciso di posticipare l'ok al nuovo bando dei diritti tv; quanto alla designazione del nuovo vertice, era comunque scontato che non sarebbe maturata nella giornata del 27 novembre.

Prende corpo l'ipotesi del canale di Lega

Si dovrà attendere l'anno venturo per assegnare i diritti tv del prossimo triennio. L'approvazione del nuovo bando è stata posticipata ed ora è prevista in un'apposita riunione programmata per il 18 dicembre.

L'asta si terrà dunque nei primi mesi del 2018. Come noto, il bando della scorsa estate venne annullato a causa della mancata offerta di Mediaset, mentre Sky Italia ed il gruppo britannico Perform offrirono una cifra che, nel complesso, è stata giudicata modesta perché ben lontana dall'auspicato miliardo di euro. Da parte di Mediaset, la non partecipazione all'asta venne motivata dai criteri di assegnazione del bando giudicati "contrari ai principi di libera concorrenza" e "penalizzanti per l'utenza".

Piersilvio Berlusconi aveva contestato la scelta di vietare la concessione dello stesso pacchetto di gare a più emittenti, concendendo dunque una sorta di esclusiva. In proposito l'amministratore delegato di Infront (advisor della Lega), Luigi De Siervo, ha apportato una modifica all'offerta originaria includendo alle partite di Juventus, Inter, Milan e Napoli (che costituiscono il 70 per cento dei tifosi italiani) e delle tre neopromosse, anche le gare di tre o quattro squadre 'di media classifica'.

Un cambiamento messo in atto per venire incontro alle esigenze di Mediaset - visto che questa offerta ricalca grosso modo quella attuale di Mediaset Premium - e, nello stesso tempo, per capire le reali intenzioni del gruppo televisivo lombardo. Ma considerato che anche con la partecipazione del Biscione non sarà facile giungere ad un'offerta di 1 miliardo di euro e tenuto conto che i diritti TV sono la linfa vitale del massimo campionato (nel 2016 hanno inciso per il 62 % sul fatturato totale, ndr), l'ipotesi di costituire un canale di Lega viene caldeggiata da numerosi club di serie A (tra i maggiori sostenitori ci sono il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ed il patron della Sampdoria, Massimo Ferrero).

E di questa soluzione si è parlato nell'assemblea presieduta da Carlo Tavecchio nel suo ruolo di commissario di Lega. Secondo le prime indicrezioni, emittenti come Sky e Mediaset farebbero da 'piattaforme d'appoggio' alla TV 'fatta in casa' dalle società della serie A per arrivare agli abbonati, ma è necessario trovare un partner finanziario. In base ad ulteriori indiscrezioni, De Siervo avrebbe già avuto la disponibilità di massima di alcuni istituti bancari (tra cui Intesa Sanpaolo, Merril Lynch e Jp Morgan). Sarebbe dunque la carta da giocare, nel caso in cui il secondo bando non dia i frutti sperati, ma non è da escludere che diventi improvvisamente il 'piano A'.

Presidente di Lega: ipotesi Vegas

Al contrario, l'altra questione dovrà necessariamente vedere la luce entro la prima decade di dicembre. Il prossimo 30 novembre è fissata la nuova assemblea e, come già detto, i presidenti della serie A sono intenzionati ad evitare una nuova gestione commissariale. Il commissariamento che vede provvisoriamente alla guida l'ormai ex presidente federale Carlo Tavecchio scade l'11 dicembre. Il problema è che finora, nonostante un paio di tentativi, non si è riuscito a produrre un fronte compatto verso l'elezione di un candidato. Almeno una decina di club, però, tra cui Inter, Roma e Torino, hanno ribadito intenzione di puntare su un nome che non abbia alcun legame con la FIGC e, pertanto, hanno bocciato senza appello le candidature di Gabriele Gravina (attuale presidente della Lega Pro) e di Ugo Marchetti (candidatura espressa dal presidente della Lazio, Claudio Lotito).

C'è dunque la forte volontà di rompere i ponti con il passato e creare una Lega di serie A sul modello Premier Legue che vive la sua piena indipendenza dalla Federcalcio inglese. In tal senso il nome nuovo potrebbe essere quello di Giuseppe Vegas, attuale presidente di Consob (la Commissione Nazionale per le Società e per la Borsa). L'ex viceministro dell'economia del governo Berlusconi, già sottosegretario al tesoro nel governo Dini, non è un uomo di calcio, ma è un manager dalle riconosciute capacità e potrebbe mettere d'accordo tutti. Ad iniziare dal presidente del CONI, Giovanni Malagò, e dal ministro dello sport, Luca Lotti, decisamente contrari al nuovo commissariamento.