La Coppa Italia è il torneo dei sogni per determinate realtà calcistiche che si ritrovano ad affrontare sfide impossibili. Ma Davide può battere Golia e talvolta ci riesce. Così il Pordenone è andato vicinissimo all'impresa, costringendo ai calci di rigore l'Inter capolista della serie A. Non è stata certamente la miglior partita degli uomini di Luciano Spalletti in 'formazione sperimentale', ma sulla carta gli esperimenti nerazzurri erano certamente più forti di una squadra che milita in serie C. In tanti hanno sottolineato la 'figuraccia' dell'Inter, ma in passato c'è chi ha fatto di peggio.

Più di 30 anni fa, la Juventus forse più forte di sempre andò incontro proprio in Coppa Italia ad un risultato assolutamente inatteso e clamoroso.

La Coppa delle grandi sorprese

La stagione è datata 1983/84 e la Coppa Italia, iniziata come accadeva in quel periodo in pieno agosto con la fase a gironi, ha già fatto alcune vittime illustri. Innanzitutto l'Inter che nel primo turno ha ceduto il passo a Cesena ed Avellino, ma anche la Lazio ed il Napoli. Tra le squadre che hanno passato il primo turno c'è il Bari che milita in serie C1. Nel proprio girone, i pugliesi sono stati preceduti dalla Juventus con la quale hanno chiuso a pari punti, ma sono risultato secondi in virtù di una peggiore differenza reti.

Il sorteggio degli ottavi di finale riserva nuovamente ai 'galletti' la sfida con lo squadrone di Platini, Rossi e Boniek (il match di agosto si era chiuso in parità su 2-2 con il Bari che si era portato sul 2-0, subendo poi il pareggio negli ultimi 5'). Stavolta si gioca in doppio turno, andata a Torino e ritorno nel capoluogo pugliese.

In quel periodo non c'erano le rose folte di oggi, Giovanni Trapattoni schiera pertanto contro il Bari più o meno la formazione tipo (manca solo Cabrini, sostituito da Caricola) nel match d'andata che si disputa allo stadio Comunale l'8 febbraio 1984.

Nel segno di Messina e Lopez

Il Bari sta disputando un grandissima stagione.

Trascinata dagli attaccanti Gabriele Messina e Giuseppe Galluzzo (ex Milan) e splendidamente orchestrata dai piedi buoni dell'esperto Totò Lopez (ex Lazio), la formazione biancorossa sta dominando il proprio girone nel campionato di serie C1. Per la categoria è certamente un lusso, oltre ai giocatori già citati ci sono il maturo ex portiere della Roma e della Nazionale, Paolo Conti; i difensori Cavasin, Guastella e Cuccovillo, i promettenti centrocampisti Loseto ed Acerbis. Il tecnico è 'maciste', Bruno Bolchi: da giocatore aveva militato nell'Inter di Helenio Herrera ed entra di diritto nella storia per essere stato il volto della prima figurina stampata nel primo album dei calciatori della Panini.

Il Bari non ha nulla da perdere al cospetto della Juventus e gioca senza alcun timore reverenziale: i bianconeri fanno la partita, ma la retroguardia ospite è molto attenta. Al 27' Gentile sbaglia la misura di un passaggio e favorisce Cavasin che lancia lungo per Messina: il centravanti fa partire una staffilata a pelo d'erba dal limite dell'area che non lascia scampo a Tacconi. La Juventus ovviamente non ci sta ed attacca a pieno organico, costringendo la difesa di Bolchi ad un superlavoro, tuttavia il Bari chiude in vantaggio il primo tempo. Nella ripresa prosegue l'assalto all'arma bianca dei padroni di casa che portano in avanti anche i difensori: non è un caso che dopo 20' Gaetano Scirea venga innescato in area dal piede fatato di Platini e solo davanti a Conte lo batta imparabilmente.

Naturalmente tutti aspettano altri gol juventini, ma la difesa barese continua a tenere egregiamente il campo fino al 90', quando Cuccovillo parte in contropiede e lancia per Lopez che supera Tacconi in uscita. Il Bari espugna 2-1 il terreno della Juventus, non era mai accaduto nella storia della società pugliese. Il match di ritorno si disputa al vecchio Stadio della Vittoria gremito in ogni ordine di posti e la squadra di Bolchi gioca in modo incredibile. Non si limita a difendere, ma prova ad attaccare ed al 22' beneficia di un calcio di rigore per un fallo subito da Cuccovillo: Messina realizza dal dischetto il gol del vantaggio. La Juventus è consapevole di essere davvero sull'orlo dell'eliminazione, ma salgono in cattedra i fuoriclasse: Platini pareggia ad inizio ripresa ed a 9' dal termine Tardelli realizza il gol che vale i tempi supplementari o almeno così sembra perché al 90' il Bari usufruisce di un secondo rigore concesso dal signor Redini di Pisa per fallo di Scirea su Lopez: lo stesso capitano segna il gol del 2-2 dagli 11 metri ed il miracolo è servito, i futuri campioni d'Italia si devono inchinare ad una squadra di serie C.

Il Bari non si ferma

Che però il Bari sia di ben altra pasta rispetto alla categoria lo dimostrerà anche nei quarti di finale dove farà un'altra vittima illustre: la Fiorentina di Antognoni, Passarella, Bertoni, Oriali e Pulici. Il 7 giugno 1983 i pugliesi vinceranno 2-1 su proprio terreno con reti di Messina e Galluzzo, intervallati dal temporaneo pareggio di Oriali. Tre giorni dopo, a Firenze, otterranno ancora la posta piena con il punteggio fotocopia ed i gol di Guastella ed Acerbis che rimonteranno il vantaggio dei viola siglato da Passarella. Il Bari è la prima squadra di serie C a raggiungere le semifinali di Coppa Italia, avversario sarà il Verona di Bagnoli contro il quale svaniranno i sogni di gloria di un'intera città.

I gialloblu vinceranno 2-1 allo Stadio della Vittoria ed al ritorno al Bentegodi batteranno una squadra imbottita di riserve, complici diversi infortuni, con il risultato di 3-1. La Coppa Italia 1983/84 sarà comunque vinta dalla Roma che supererà la formazione scaligera, ma sarà soprattutto ricordata per l'impresa dei baresi e per un primato che rimarrà tale fino alla stagione 2015/2016, quando la soddisfazione di entrare tra le prime quattro del trofeo sarà di un'altra squadra di serie C, l'Alessandria. Il Bari, oltretutto, avrebbe dimostrato nella successiva stagione tutto il suo valore: un anno dopo la semifinale di Coppa persa contro il Verona, dopo aver centrato nella stessa stagione il ritorno in serie B, avrebbe conquistato la promozione in serie A nel giugno del 1985 tornando così a distanza di 15 anni nel massimo campionato.

Partite che fanno storia a parte

Sono ovviamente treni che passano solo una volta: il Pordenone non era certo così lontano nel torneo, ma questo non toglie nulla al suo straordinario risultato. Perché al di là di un'Inter sottotono, spesso ci si dimentica che non si va mai da soli in campo e bisogna anche tener conto delle motivazioni degli avversari. Le occasioni storiche possono far tremare le gambe, ma posso anche mettere le ali: quel Bari volò molto in alto ed eliminò una vera corazzata che a fine stagione avrebbe portato a casa scudetto e Coppa delle Coppe. Andiamoci pertanto piano a sparare sull'Inter solo per una serata storta contro una squadra che ha giocato la partita della vita: il calcio, per fortuna, non è mai una scienza esatta.