Questi ultimi giorni Antonio Conte e Josè Mourinho, al centro di un continuo via vai di polemiche, di stilettate, di un botta e risposta mediatico che sembra non terminare più, ci stanno regalando tanto materiale, non tanto a noi della redazione, quanto soprattutto a coloro che seguono anche il calcio 'non giocato', quel calcio fatto di sfottò, di comportamenti politicamente scorretti, di rivalsa, di polemiche, quella parte del mondo 'pallonaro' che in realtà non dovrebbe neanche esistere, e che inquina questo sport, ma al quale pare si continua a dare sempre grande importanza e risalto.

Ad accendere gli animi adesso sono state le ultime parole rilasciate da Antonio Conte nei confronti dello Special One, a detta del quale costui non sarebbe altro che un piccolo uomo. Tante le reazioni sui social, tanti i commenti a caldo sui due tecnici che non si sono fatti tanto amare soprattutto dalle tifoserie più accese, negli anni passati.

Il precedente

Ricordiamo che durante le festività avevamo iniziato ad assistere alla fasi embrionali di questo battibecco via conferenza stampa tra i due tecnici oltremanica, tutto rigorosamente in lingua inglese, tutto rigorosamente con poco (ma molto poco) stile English. Tutto è cominciato con una semplice affermazione rilasciata ai microfoni dal tecnico salentino, che per rispondere a presunte frecciatine lanciate dal portoghese (il tecnico dei Red Devils aveva in precedenza affermato di non essere più un pagliaccio da bordo campo, facendo indiretto, ma esplicito riferimento all'ex tecnico della Nazionale) ritiene che i suoi atteggiamenti sono a parlare per lui, e che lui è sempre stato il primo ad esibire certe prestazioni da 'soccer showman', e quindi dovrebbe essere l'ultimo a parlare, invitandolo tra l'altro a ricordare e dimenticare il suo non esaltante operato nel club londinese.

Evidenti dichiarazioni, che non sono andate giù al tecnico italiano, e sicuramente, questo spiega in parte la sua reazione così veemente e verbalmente sanguigna. Stesso dicasi per il tecnico lusitano, che ha messo sul piatto la sua storia calcistica, con tanto di 2 Champions vinte e altrettanti trofei Nazionali e non alle spalle, e ha sottolineato la differenza tra i due anche per quanto riguarda la giustizia sportiva.

In maniera chiara e lampante: "Non sono mai stato squalificato per vicende legate al Calcioscommesse". Ed oggi, infine, Conte replica, cercando di chiuderla qui: "Il comportamento di Josè Mourinho di livello molto basso", visto il personaggio che ormai conoscono tutti e che abbiamo imparato a conoscere anche noi, quando alleno l'Inter del Triplete.

Il tecnico poi ha ripreso vecchie vicende legate al tecnico dei Reds, quando allora tecnico dell'Inter, aveva pubblicamente preso in giro e offeso Massimo Ranieri per il suo non perfetto Inglese, nei suoi trascorsi in Inghilterra (Mourinho, in passato, disse riferendosi al tecnico romano: "Ha imparato solo a dire buongiorno e buonasera").

La situazione in Premier di Chelsea e Manchester United

Sarà anche così, sarà anche che, come dice Conte, Mourinho non ha ancora digerito i suoi esoneri e i suoi pochi titoli vinti al Chelsea, ma per oggi ha sicuramente un palmares più ricco del tecnico nostrano, soprattutto per quel che riguarda il 'discorso europeo'. Avendo conosciuto entrambi i personaggi, mediaticamente e professionalmente almeno, possiamo certamente conoscere la loro filosofia di comunicazione, così come anche la loro irruenza dialettica, la loro affannosa ricerca di un nemico, al fine di caricare, motivare e proteggere da possibili attacchi e ingerenze esterne ambienti, che stanno vivendo situazioni non delle più semplici, visti gli investimenti fatti (soprattutto sponda United) e una situazione in classifica non proprio da 'urlo'.

Chi invece sembra brillare è sicuramente il City di Guardiola, che continua a macinare punti su punti, e a staccare così sempre più le dirette inseguitrici. Sarà che si trovano appaiati in classifica, ad una sola lunghezza di distanza, sarà che il campionato è ormai andato, visto che il City in fuga e sempre più solo in vetta, sarà che si giocheranno un secondo posto di campionato da qui alla fine del torneo. Sarà il match di ritorno tra le due compagini a sancire la fine di questo diverbio ? Durante il girone di andata è stato il tecnico leccese ad avere la meglio, imponendosi per 1 a 0 allo Stamford Bridge. Sarà questa la fase ultima di questa disputa? I dubbi sono molti... Chi vivrà vedrà.

Chi ha ragione e che ha torto?

La nostra opinione è quella che non c'è chi ha ragione e chi ha torto. Le colpe dell'acuirsi di queste polemiche sono da attribuire 50 e 50 ad entrambi i tecnici, visto che, come già detto, abbiamo imparato a conoscere entrambi, con stili di gioco differenti, con passati calcistici differenti, con modus operandi più o meno simili ma accomunati entrambi dal grande spirito e temperamento. Noi siamo sicuri che gli squilli di tromba non si fermeranno qui, e ce ne regaleranno ancora delle belle da qui fino al prossimo 25 febbraio. Anche se, onestamente parlando, non ci fanno fare una gran bella figura. A noi (come popolo) queste cose piacciono, accendono la passione, il tifo, ma anche le turbolenze.

C'è chi si schiera da una parte, chi dall'altra. Ma in altri campionati dove si da sicuramente più importanza al lato ludico del calcio, ne parlano solo i media.

Due tecnici vincenti

Attriti divergenti dei due tecnici: quello del portoghese nei confronti dei media, quello di Conte nei confronti della Lega Serie A e dell'avvicendamento di impegni troppo importanti e di una cattiva gestione del calendario, quindi mirato più al 'sistema Italia'. Due tecnici anticonformisti, per certi versi, e che non le mandano certo a dire a nessuno. Un altro dato incomiabile accomuna 'questi due animali da (bordo)campo'. Oltre alla foga, al temperamento focoso, alle esultanze (storica quella di Mourinho al Camp Nou), sono i risultati ottenuti sul campo, incetti di record e di vittorie.

A tal scopo, basti ricordare lo scudetto dell'imbattibilità assoluta in campionato di una Juve proveniente da settimi posti e mediocri annate e lo scudetto dei 102 punti della terza stagione zebrata, o il Triplete di Milito, Eto'o e Snejeder. Due tecnici abituati a vincere, e non ad essere secondi.