Due sentenze a distanza di poche settimane hanno disposto che venisse tutelato l’ambiente a discapito di iniziative private. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo ha respinto il ricorso di una società agrigentina che intendeva realizzare una discarica di rifiuti non pericolosi in contrada Stallaini. Il Tribunale Amministrativo Regionale di Catania ha riconosciuto l’esistenza della macchia mediterranea in contrada Eloro, impedendo di fatto la costruzione di una sorta di villaggio, circa 120 unità abitative, alcune decine di villette.

Quasi tutti contenti, le associazioni, le istituzioni, i partiti politici, molti cittadini, meno gli imprenditori che avevano deciso di investire. Le sentenze vanno sempre rispettate, non ci saranno villette ad Eloro, non ci sarà una discarica a Stallaini, ma tutto questo può bastare? Cosa succederà adesso a questi luoghi su cui stavano per essere versati diversi milioni di euro?

Eloro e Stallaini

Eloro è a pochi passi dal mare, un luogo ricco di storia, un paesaggio mozzafiato. Li dove dovevano nascere le villette è a portata di strada. E’ facile vedere subito dopo quel terreno vuoto il verde, la macchia mediterranea sentenziata dal Tar. Cosa succederà a questo luogo? Siamo all’interno, passo più passo meno, di un’area archeologica.

Verrà espropriato? Sarà un’area dedicata a servizi? Poco più avanti ci saranno scavi archeologici? E’ destinata a rimanere così, immutabile?

Stallaini si trova in collina, ai confini dello sterminato territorio di Noto a pochi chilometri dal centro abitato di Canicattini Bagni. Un altro luogo ricco di storia e ad alto pregio naturalistico.

Li non nascerà mai una discarica, ma cosa ne sarà di Stallaini? Sarà mai inserita in un percorso turistico? Sarà adeguatamente indicata per raggiungerla o rimarrà nel cuore di appassionati che la visitano?

Per Eloro e Stallaini tante persone si sono battute, hanno protestato, hanno partecipato a dibattiti. Forse un po’ meno per la vicenda Stallaini ma per le costruzioni di Eloro la città di Noto si è spaccata in due.

Un confronto durato mesi tra coloro che volevano tutelare l’ambiente e preservare quel luogo e coloro che dall’iniziativa imprenditoriale vedevano lavoro, sviluppo e uno scossone all’economia locale. Dopo le sentenze in cui è stato scritto cosa non si potrà fare, la domanda seria e importante, vitale per Eloro e Stallaini, è: cosa si farà?

Quale futuro per il territorio?

Eloro e Stallaini sono minacciate quotidianamente e più passa il tempo e maggiore è il rischio che i tesori custoditi in questi territori vengano persi per sempre. Le minacce a Eloro e Stallaini provengono dai tombaroli, dai pascoli abusivi, dagli incendi, dalle agromafie, dall’abusivismo, dai rifiuti li lasciati, dal maltempo, dall’incuria, dall’inciviltà, dal mancato rispetto, dalla mancata attenzione, dall’abbandono.

In questo stato di cose le sentenze del Cga e del Tar non possono bastare. Sono solo il primo passo di una maratona, sono la cornice di un quadro da dipingere, sono i cordoni di una borsa da riempire.

La parola chiave è una: valorizzazione. Quei territori vanno valorizzati, vanno scoperti, vanno studiati, vanno riconosciuti, vanno inseriti in percorsi turistici, vanno difesi, vanno protetti. Eloro e Stallaini sono la storia che ci richiama e che ci offre una nuova opportunità. Eloro e Stallaini sono la direzione verso cui è possibile allargare l’offerta turistica netina.

Cosa si farà per Eloro e Stallaini? Il dilemma, il grande dubbio è che per questi luoghi potrebbe non essere fatto più nulla e che potrebbero essere destinati a perire sotto i colpi delle numerose minacce elencate prima.

In tal caso, in quanti vorrebbero riscrivere quelle sentenze? In quanti ad una morte lenta preferirebbero una sterzata verso un’altra direzione? In quanti avrebbero preferito lo sfruttamento economico allo spegnersi lento di luoghi bellissimi? Solo il futuro potrà dare risposte, il presente ci dice chiaramente che quelle sentenze non bastano.