La lotta di Silverio contro la burocrazia e le barriere architettoniche comincia poco più di un mese fa, quando dal suo profilo Facebook ha lanciato un accorato appello alle istituzioni calabresi e l'hashtag #ancheiovoglioviaggiare. Con il post invitava gli amministratori regionali responsabili in materia di trasporti a far applicare la legge promulgata con decreto n° 503 il 24 luglio 1996. La direttiva imporrebbe, se ci fosse maggiore rigidità sui controlli, a tutte le ditte di trasporti pubblici di adeguare i propri mezzi per il trasporto di passeggeri in carrozzina.

Ma, senza fondi pubblici, le aziende si troverebbero ad affrontare spese da diverse centinaia di migliaia di euro e per questo motivo molte non hanno mai provveduto a mettersi in regola; di conseguenza, tanti ragazzi che vivono in carrozzina sono spesso costretti a rinunciare a gite e viaggi.

Silverio aveva già fatto diventare virale uno dei suoi post nel dicembre scorso

A Silverio va anche peggio. La sua casa è al primo piano di un'abitazione raggiungibile tramite una scala lunga e stretta che su una sedie a rotelle risulta impraticabile, ma installare un ascensore costerebbe troppo, considerato che lo Stato non prevede nessun sussidio. Così succede che uscire fuori a prendere una boccata di ossigeno diventi un'estenuante lotta quotidiana, che allo studente di Santa Maria del Cedro (Cosenza) provoca ogni giorno sempre più rabbia, soprattutto perché sul tema della disabilità è stata istituita anche una giornata mondiale senza che si presti veramente attenzione alla problematica.

Silverio ha trasformato il suo disagio in versi di una canzone

Nei pomeriggi in cui lo sconforto torna prepotente, Silverio impugna carta e penna e butta giù i pensieri che in quel momento affollano la mente. "Mi piacerebbe tirar fuori dal cassetto i miei testi - dichiara il 17enne -, ma soprattutto mi piacerebbe che i miei cantanti preferiti, il poliedrico Max Gazzé e Fabri Fibra, leggessero i miei versi e li cantassero, affinché io e le persone nelle mie stesse condizioni possiamo sperare di vederci riconosciuti i nostri diritti".

Questi, ad esempio, sono stati scritti solo qualche giorno fa: "Meno male che ho un beat e un foglio/ ci scarico sopra tutto ciò che voglio/ questi sono i miei problemi e voi non capite/ questi sono i miei guai, urlo e non mi sentite". Queste dichiarazioni sono apparse lo scorso 6 gennaio sul quotidiano regionale Cronache delle Calabrie: non rimane che sperare di far giungere questo messaggio ai suoi beniamini.