Clamorosa rivelazione che smonta l'impianto accusatorio del processo Ruby: Berlusconi sarebbe innocente in quanto al momento dei fatti che hanno portato alla sua condanna, la ragazza era maggiorenne, quindi non sussisterebbe più l'accusa di prostituzione minorile. A rivelarlo è il ministro della funzione pubblica marocchino Mohamed Mobdii, il quale sostiene di essersi occupato personalmente della documentazione che testimoniava la data di nascita di Karima El Mahroug in arte Ruby, inviata al consolato marocchino a Milano in una valigia diplomatica, come espressamente richiestogli al fine di evitare furti o falsificazioni.

"Berlusconi innocente": la condanna del processo Ruby

Silvio Berlusconi è stato condannato in primo grado alla pena di 7 anni di reclusione per aver commesso i reati di concussione e prostituzione minorile. Contro la sentenza sono ricorsi i legali del leader di Forza Italia, i difensori di fiducia Niccolò Ghedini e Piero Longo, i quali nel ricorso depositato chiedono addirittura la cancellazione del reato in quanto il fatto non sussiste. L'entourage di Berlusconi si dice sicuro dell'esito positivo del processo, nonostante la convinzione che la magistratura abbia dato vita ad una vera e propria persecuzione giudiziaria nei confronti del Cavaliere.

"Berlusconi innocente": le dichiarazioni del ministro marocchino

Le dichiarazioni del Ministro del Marocco Mohamed Mobdii arrivano dalle righe del giornale nord africano Al Akhbarun, che riporta un'intervista in cui il ministro ripercorre le fasi che hanno portato a certificare l'età anagrafica della spregiudicata ragazza.

Come richiesto dal consolato il ministro dice di aver custodito con la massima sicurezza il file che conteneva informazioni su Ruby, compresa la sua data di nascita.

Che fine abbia fatto la documentazione non è dato saperlo, visto che agli atti del tribunale non è mai arrivata. Inizia quindi una nuova clamorosa vicenda inerente il processo, con i legali di Berlusconi che si sono da subito attivati richiedendo la revisione del processo, nonché la ricerca della documentazione originale spedita del ministro marocchino.

Intanto da più parti si solleva la richiesta di sentire ufficialmente il ministro Mohamed Mobdii in udienza. La palla passa ancora una volta alla Magistratura, che su questo clamoroso risvolto non può rimanere in silenzio.