La crisi ucraina potrebbe iniziare a coinvolgere da lunedì prossimo altri Paesi oltre i diretti interessati. La Russia infatti ha intenzione di non fornire più gas a Kiev e in Europa ne arriverà così il 15% in meno (Bruxelles sta lavorando freneticamente a livello diplomatico per evitare questo scenario). Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha accusato il governo di Poroshenko di non avere accettato lo sconto di Mosca cioè il pagamento di 385 dollari, anziché 485, per 100 metri cubi di metano (lo stesso prezzo pagato dall'Unione Europea e dagli Stati Uniti).

Il governo di Kiev, in forte difficoltà economica, sarebbe disposto a versare invece, per un tempo limitato, 326 dollari per la stessa quantità di gas nella speranza di tornare a spenderne 268,5 come quando era insediato il governo filorusso guidato da Yanukovich. Gli scontri sul terreno sono proseguiti anche ieri. L'esercito ucraino ha riconquistato, dopo una lunga battaglia contro gli insorti filorussi in cui secondo il ministro dell'Interno di Kiev ne sarebbero morti 5, la città di Mariupol che faceva parte dell'autoproclamata Repubblica di Donatesk.

Qui l'esplosione di un'autobomba ha provocato alcune vittime tra i collaboratori del capo degli insorti Denis Puchilin (probabile obiettivo dell'agguato).

Il bilancio complessivo delle vittime delle ultime 24 ore nell'est del paese è di 4 soldati filogovernativi deceduti e 31 feriti. Il conflitto non si svolge solo sul campo ma anche a livello verbale. Il presidente Vladimir Putin ha ordinato, secondo quanto riferito dal suo portavoce, al ministro degli Esteri Lavrov di chiedere i necessari chiarimenti e protestare formalmente contro il governo di Kiev per un presunto sconfinamento avvenuto due notti fa di alcuni suoi veicoli blindati nella regione russa di Rostov sul Don.

Gli Stati Uniti hanno affermato di sostenere, in base a non meglio precisati video pubblicati su internet, l'accusa del governo ucraino secondo la quale i ribelli filorussi avrebbero ricevuto da Mosca nelle ultime ore lanciarazzi, tank e altre armi pesanti. La situazione che si sta creando rischia di accentuare le già numerose divergenze tra l'occidente e la Russia e di riportare alla memoria quelle logiche di guerra fredda che non vedevamo dalla caduta del muro di Berlino.