Vi abbiamo scritto qualche giorno fa del caso clamoroso dell'insegnante 'lesbica' licenziata dall'Istituto paritario cattolico Sacro Cuore di Trento, episodio che ha scatenato le polemiche più furiose, a cominciare dalle rappresentanze sindacali, oltrechè, naturalmente, dalle varie associazioni che difendono i diritti degli omosessuali.

Il numero odierno del noto quotidiano 'Repubblica' contiene una lunga intervista realizzata proprio all'insegnante 'vittima' di questa ingiustizia. Vediamo cosa ha raccontato al giornale.



Miur, scuola, l'insegnante lesbica di Trento si racconta

L'insegnante, che si fa chiamare Silvia, si è ritenuta particolarmente offesa dalla domanda accusatoria della madre superiore perchè 'ha leso i miei diritti di cittadina e di insegnante.

Forse sono lesbica, forse non lo sono. Ma chiedermi di smentire voci sul mio orientamento sessuale, e far dipendere dalla risposta il rinnovo del contratto, è stato inaccettabile. Come se fosse normale indagare sotto le lenzuola dei dipendenti'. 

Questo è ciò che fa più male a Silvia che insegna una materia 'importante ed obbligatoria' e che soprattutto non vuole dare quella risposta fatidica: di lei, si sa solo che vive a Trento con una persona che ama.



Miur, scuola, ministro Giannini promette di far luce sulla vicenda al più presto

Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini è intervenuto duramente sulla vicenda: 'Valuteremo il caso con celerità - ha confermato il responsabile del Miur - se c’è stata discriminazione sessuale agiremo con severità'.

'Mi ha voluto incontrare nell’aula docenti, dove non c’erano testimoni. - ha continuato Silvia che afferma di non voler più avere a che fare con loro, nè ora, nè mai. I suoi 'datori di lavoro' sono gli studenti ed ora, nonostante Silvia sia disoccupata, mostra tutta la propria fiducia di poter ricominciare ad insegnare, perchè questa è la sua vita.

C'è una richiesta particolare che Silvia vorrebbe fare al Ministero dell'Istruzione, ossia quella di controllare meglio i finanziamenti erogati alle scuole paritarie, perchè ce ne sono alcune che non le meritano. Lei definisce la discriminazione che ha subìto come qualcosa da ricondurre al Medioevo, o alle forme di razzismo nei confronti degli ebrei o dei neri. 

In attesa che la vicenda porti ad ulteriori sviluppi, ci sono le parole della madre superiore dell'istituto cattolico parificato Eugenia Libratore: 'Verità travisata, ma dovevo tutelare la moralità dei nostri studenti'.