Sono passati più di tre anni dal disastro nucleare di Fukushima (11 marzo 2011), località sulla costa orientale del Giappone, quando un Terremoto prima e uno tsunami poi portarono al guasto dell'omonima centrale nucleare, con tutto ciò che ne conseguì su chi vi lavorava, chi si occupò di spegnere l'incendio, sulla popolazione, gli animali e la vegetazione locale. Alcuni villaggi furono spazzati via dall'alta marea e ancora oggi risultano villaggi-fantasma.

Il Governo giapponese sottostimò e, probabilmente, sottostima ancora le reali conseguenze dell'incidente.

Ma in tutto il Mondo - Italia compresa - si tornò a discutere sulla sicurezza delle centrali nucleari, specie se collocate in zone sismiche e dalla geomorfologia come quella del Giappone.

Ora, ancora in quelle zone, torna la paura. Ieri sera, stanotte in Italia, una nuova scossa ha fatto tremare la terra e gli animi dei giapponesi. Alle ore 4.20 ore locali (21.20 in Italia), un sisma di magnitudo 6,5, a 129 chilometri al largo delle coste della principale isola giapponese di Honsu, in particolare da Namie. Subito è scattato l'allarme tsunami, di intensità 4 per le prefetture di Myagi e Fukushima con possibili onde alte fino ad un metro. Ma dopo due ore l'allerta tsunami è terminata: solo onde di 20 centimetri provocate dalla scossa hanno raggiunto la costa tra le città di Ishinomaki e Ayukawa circa 50 minuti dopo il sisma, mentre in altre zone sono state osservate fortunatamente onde più basse.

Il terremoto non ha provocato danni ad edifici o persone, sebbene alcune città siano state evacuate.

E la centrale nucleare di Fukushima? Secondo la Tepco, la società che la gestisce e ancora sotto accusa per i fatti del 2011, non ci sarebbero danni ai due reattori ancora funzionanti. Del resto, rispetto a quella di tre anni fa, la scossa è stata più profonda e più lieve. Ci hanno detto tutta la verità? O siamo "capo dodici" come tre anni e mezzo fa? Dopo certe esperienze, il dubbio permane sempre ad ogni fenomeno simile di quello precedente.