Il giro di vite annunciato da Papa Francesco nei confronti di quei sacerdoti che non rispettano la missione ecclesiastica e si macchiano di crimini e abusi, soprattutto a sfondo sessuale, sta cominciando a mietere le prime vittime. La Congregazione vaticana per il clero, che controlla l'operato di presbiteri e diaconi all'interno della Chiesa, ha sancito l'espulsione dal sacerdozio per due preti cileni, rei di aver commesso degli atti "contrari alla santità sacerdotale".

Le indagini erano partite nel 2012 e riguardavano due sacerdoti della comunità ecclesiastica di Copiapò, capitale della regione di Atacama, situata nel nord del Cile e distante circa 800 chilometri dalla capitale Santiago. Dopo la presentazione di diverse denunce nei confronti di Daniel Aurelio Pauvif Rojas e Casiano Rojas Viera, l'inchiesta è stata affidata al vescovo di Copiapò, monsignor Gaspar Quintana, il quale ha tenuto conto delle accuse che pendevano sui due ecclesiastici e in questi anni ha portato avanti con molta accuratezza il suo incarico, fino a quando non ha avuto tra le mani prove certe della colpevolezza dei sacerdoti.

Gli atti sono stati trasmessi alla Congregazione del clero del Vaticano che, dopo averli attentamente studiati ha comunicato che c'erano prove sufficienti per confermare i capi di imputazione e ha dunque stabilito che i preti cileni fossero espulsi dalla missione sacerdotale. Il compito di annunciare l'espulsione dei sacerdoti cileni è stato dato alla conferenza episcopale dello Stato sudamericano. Nel comunicato stilato dalla chiesa cilena, si legge che entrambi i preti: "Hanno causato danni gravi alla comunione ecclesiale". Tutti e due, stando alla nota ufficiale realizzata dai vescovi del Cile, si sarebbero macchiati anche di abusi di tipo sessuale verso diversi maggiorenni e, restando fedeli alle prove raccolte durante le indagini, ci sarebbe anche una vittima minorenne. Dunque, un segnale forte giunge dal Vaticano che va a colpire senza mezze misure sacerdoti poco degni di svolgere la missione pastorale.