Alle 8 di questa mattina è scattata una tregua umanitaria di 72 ore tra le fazioni di Israele e Hamas. Siamo al 25esimo giorno di guerra e si contano le vittime dall'inizio del conflitto. 1450 morti palestinesi, 61 soldati israeliani e oltre 8mila feriti. Gli ultimi aggiornamenti sulle vittime risalgono a qualche ora fa; poco prima del cessate il fuoco, già proclamato ma non ancora in vigore, si sono susseguiti intensi bombardamenti e colpi di artiglieria pesante a Khan Yunis, che hanno peggiorato il già grave conteggio di morti e feriti.

A tutti gli effetti, questa è la prima tregua accettata da entrambe la fazioni, tuttavia Israele continuerà con le sue operazioni di difesa nella caccia ai tunnel creati da Hamas.

L'accordo è stato annunciato congiuntamente ieri dal Segretario di Stato americano John Kerry e il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki Moon. Durante questi tre giorni, la popolazione civile di Gaza potrà ricevere gli aiuti umanitari, provvedere alle sepolture delle vittime, prendersi cura dei feriti e occuparsi delle scorte di cibo. Ci si occuperà anche di riparare, per quanto possibile, le strutture necessarie al ripristino dell'energia elettrica e alla fornitura dell'acqua. Non solo. Si tratta anche di "una pausa di opportunità", come la definisce John Kerry, un primo passo verso il dialogo e verso un accordo a lungo termine.

È stata richiesta, nell'intento di trovare punti comuni, la formazione di una delegazione che rappresenti tutte le fazioni di resistenza palestinese, tra cui l'Organizzazione per la liberazione della Palestina.

Il gruppo di delegati si recherà al Cairo per negoziare con il governo egiziano, con lo scopo di raggiungere un accordo duraturo che metta fine agli scontri. Un momento importante per dare inizio ad una trattativa di pace definitiva.

Non mancano le polemiche contro gli Stati Uniti. Se da una parte si stanno prodigando per il cessate il fuoco ed il dialogo fra le parti, dall'altra vengono accusati di fornire artiglieria pesante a Israele.

A puntare il dito contro gli Usa è proprio Navi Pillay, l'Alto Commissario Onu per i diritti umani, che conta quasi un miliardo di dollari per la fornitura di armi a difesa dei civili israeliani, ma a discapito della popolazione palestinese. Ha aggiunto anche che sia Hamas che Israele stanno commettendo molte violazioni dei diritti umani e crimini contro l'umanità, soprattutto lo Stato ebraico che viola intenzionalmente le leggi internazionali.

Sta facendo il giro del mondo il video pubblicato su youtube da un ex giornalista della Bbc, Chris Gunness, ora portavoce dell'Onu, che piange dopo un'intervista con l'emittente di Al Jazeera. Nel video, Gunness si commuove parlando dei diritti dei bambini violati durante il tremendo conflitto, interrompe il suo discorso nel tentativo di soffocare le lacrime, ma non trattiene i singhiozzi e scoppia a piangere.