Ricordate quella parodia della canzone di Alexander Stan, Mr Saxo Beat, dal titolo Ostia beach? Che ironizzava, sulle note del famoso tormentone estivo del 2011, le vacanze estive in quel di Ostia? Magari qualcuno ben penserà di farne una nuova versione, magari sulle note di Happy di Pharrell Williams (visto che quest'estate, oltre al sole, latita pure di tormentoni), ispirandosi ai tanti avvistamenti di squali che si sono susseguiti in meno di un mese nella frazione balneare di Roma. Il primo caso risale al 17 luglio scorso, quando dei pescatori di tonni si sono ritrovati abboccato al proprio amo un piccolo esemplare di Mako a largo tra Ostia e Fiumicino.

L'esemplare appartiene alla famiglia dello squalo bianco, la quale difficilmente la si trova nel Mediterraneo, sebbene non sia la prima volta che se ne trovano in Italia.

Poi il caso di ieri, quando un piccolo squalo appartenente alla specie verdesca ha spaventato centinaia di bagnanti degli stabilimenti balneari La Marinella, La Playa, Il Corsaro, la Bicocca, girovagando a pochi metri dal bagnasciuga probabilmente smarritosi. I bagnini hanno avvertito con il fischietto tutti i presenti facendoli uscire dall'acqua, per evitare spiacevoli incidenti. Questo tipo di pesce non è particolarmente aggressivo: durante il giorno si tiene a largo, mentre col calar del sole e di notte si avvicina più facilmente agli esseri umani.

Ma ieri era piena mattinata.

Ma non finisce qui. Al portale RomaToday è arrivata stamane un'altra segnalazione con tanto di foto per opera di un lettore, Attilio Botarelli, il quale ha fotografato uno squaletto a tre chilometri al largo, ancora tra Fiumicino e Ostia, dove, come detto prima, c'è stato il primo avvistamento.

Ormai è psicosi e sul litorale non si parla d'altro. L'argomento ha superato pure la tanto discussa pedonalizzazione voluta dall'amministrazione. Certo, si parla di sempre di squaletti piccoli, niente a che vedere col mostro del film di Spielberg. Ma è comunque un campanello d'allarme, giacché il Mediterraneo si sta gradualmente surriscaldando, attirando sempre più specie esotiche. Occhio alla pinna dunque!