Succede a Brasilia in un albergo al centro della città, il trentenne Jac Souza dos Santos, sequestra un dipendente di un albergo in centro città e minaccia di uccidere l'uomo in ostaggio se non fossero state rispettate le molteplici richieste. Quest'uomo si occupa di politica locale, infatti è consigliere nello stato di Tocantis ed è un esponente del partito conservatore Partido de la Republica.

Le richieste espresse dal trentenne sono molte, una tra queste, le dimissioni di Dilma Rousseff, politica ed economista brasiliana, membro del Partito dei Lavoratori attualmente al secondo mandato presidenziale.

La Rousseff, presidente in carica, è impegnata nel testa a testa con l'avversaria Marina Silva nelle elezioni che ci saranno il 5 ottobre. Altra richiesta da parte del sequestratore è l'estradizione del pluriomicida Cesare Battisti, arrestato a Rio de Janeiro sette anni fa. L'Italia, circa due anni dopo il suo arresto, chiese (ma gli venne negata) l'estradizione. Il motivo del rifiuto fu il tentativo di salvaguardare Battisti dallo Stato Italiano che l'avrebbe condannato moralmente per le sue idee politiche. Non è della stessa idea l'uomo che è protagonista del sequestro che chiede, invece, a gran voce di non volere il terrorista di Sermoneta.

L'uomo si era barricato nella stanza di un albergo al centro della città di Brasilia armato di pistola e candelotti di dinamite, si è affacciato alla finestra del tredicesimo piano del Saint Peter con l'ostaggio, al quale aveva messo la dinamite intorno al collo, minacciando di ucciderlo e far saltare in aria tutti se non fossero state esaudite le sue richieste.

La minaccia della dinamite ha fatto si che le forze dell'ordine sgomberassero l'intero edificio che aveva all'interno circa trecento persone.

Jac Souza dos Santos ha lasciato scritte tre lettere alla sua famiglia nelle quali racconta di essere disperato e che tenterà con questo suo gesto di cambiare le sorti del Paese, dice addio ai familiari rassicurandoli che la 'tempesta passerà'.