Sembravano cessati i momenti di tensione tra gli esponenti politici coinvolti nella crisi ucraina, ma a quanto pare non è così. Mentre il Cremlino sta continuando ad ammassare truppe in Crimea del Nord, circa 4 mila soldati, su confine amministrativo con l'Ucraina, organizzati in piccoli gruppi tattici tra il Golfo di Karkinitski alla punta di Arabatski, Vladimir Putin avrebbe fatto presente al presidente ucraino Poroshenko che il suo esercito è in grado di invadere in due giorni l'Ucraina, la Polonia, la Romania. 'Se volessi, sembra abbia affermato Putin parlando al telefono con Poroshenko, le truppe russe potrebbero essere in due giorni non solo a Kiev, ma anche a Riga, Vilnius, Tallinn e Varsavia o Bucarest'.

La notizia proviene dalla testata tedesca Sueddeustche Zeitung che come fonti cita la diplomazia dell'Unione europea. Pare infatti che le dichiarazioni di Putin al presidente ucraino, siano avvenute durante le conversazioni telefoniche dopo l'impegno preso a Minsk che ha portato al cessate il fuoco tra le parti. Il presidente ucraino avrebbe riferito queste 'minacce' di Putin a Josè Manuel Barroso, l'attuale presidente della Commissione Europea, venerdì scorso. Non è la prima volta che il presidente russo ricorda che dispone di un esercito in grado di avanzare rapidamente sugli obiettivi. Qualche tempo fa aveva ricordato proprio a Barroso che alla Russia sarebbero occorse due settimane per conquistare Kiev.

Nei colloqui telefonici con Poroschenko, Putin gli avrebbe anche consigliato di non fidarsi troppo dell'Unione europea e di procedere con essa mediante accordi e relazioni bilaterali al fine di creare un blocco di minoranza in modo da avere maggiore peso sul Consiglio europeo e allo stesso tempo "evitare decisioni negative per la Russia".

La ragione di questa messa in guardia del leader ucraino contro le politiche dell'UE, avrebbe, secondo Putin, come esempio lampante le restrizioni economiche imposte alla Russia proprio dall'Unione. Secondo il presidente russo, con esse l'UE ha violato tutte le norme base del Wto (Organizzazione Mondiale del Commercio), in particolare le regole che disciplinano il principio di leale e libera concorrenza.