Il ministro dell'interno Angelino Alfano, in un'intervista avvenuta alla Conferenza sulla sicurezza a Bruxelles, ha definito altissimo il rischio per l'Italia, anche se non si è presentata una minaccia concreta nei nostri confronti, perché l'Italia è entrata a far parte della coalizione americana ed anche perché è la sede della cristianità. In ogni modo, l'Italia sta effettuando un monitoraggio continuo sul passaggio e sul transito di stranieri nel nostro territorio. Il comitato di analisi strategica antiterrorismo si riunisce ogni settimana per effettuare resoconti continui e tenere sotto controllo la situazione.

Lo stesso Ministro dell'Interno afferma di aver preparato delle norme severissime e di essere pronto a presentarle in Governo e in Parlamento per contrastare maggiormente il terrorismo. Innanzitutto, propone un controllo più rigido da parte delle forze dell'ordine sui soggetti che possono venire considerati pericolosi, utilizzando quelle misure di prevenzione che vengono usate nei confronti dei mafiosi. Inoltre propone, anche, di colmare la lacuna normativa che rende difficile punire la gente che vuole andare a combattere all'estero, anche se non rappresenta il reclutatore.

Un altro proposito sarebbe quello di rafforzare la registrazione dei passeggeri in ambito dei voli Schengen, controllando i voli ed i transiti attraverso il Paese e poter così monitorare al meglio la possibilità che qualche europeo possa recarsi in queste nazioni di guerra per combattere e che, in seguito, ritorni indietro con l'intento di realizzare concretamente la strategia "dei mille tagli", che porta a dissanguare il nemico, come affermano i rappresentanti dell'Isis.

Claudio Galzerano, direttore della Divisione Antiterrorismo Internazionale dell'UCIGOS, afferma che sarebbero 50 gli italiani partiti per la Siria per combattere nelle file dell'Isis. Intanto, procedono i bombardamenti della coalizione con la distruzione delle postazioni dei militari islamici nelle province di Aleppo, Reqqa, Hassakeh e Deir el-Zour, colpendo il più grande impianto di gas del Paese e un silos di grano. Inoltre, proseguono i combattimenti nell'area di Kobane da cui sono scapparti circa 150 mila curdi siriani, che hanno trovato rifugio in Turchia, mentre gli jihadisti avanzano nel nord della Siria.