Sono passati ormai 4 anni dal giorno nel quale scomparve Yara Gambirasio: era il 26 novembre 2010 quando si persero le tracce della ragazzina, di appena 13 anni, di Brembate di Sopra. Le indagini continuano tutt'oggi senza sosta: si fa di tutto per cercare di ricostruire le ultime ore di vita della giovane, per cercare di capire cosa sia potuto succedere nel dettaglio. L'unico indagato, Massimo Bossetti, resta in carcere e nel mentre gli inquirenti cercano di raccogliere nuove prove.

La ricostruzione degli avvenimenti

Gli inquirenti cercano di ricostruire gli spostamenti di Massimo Bossetti: dove andò l'uomo quel 26 novembre 2010?

Cosa fece? Incontrò Yara Gambirasio? Queste sono solo alcune delle domande alle quali, le forze dell'ordine, stanno cercando di trovare una risposta. Quello che si è scoperto può gettare una nuova luce sull'intera faccenda: quel fatidico giorno, Massimo Bossetti non era nel cantiere di Palazzago, presso il quale lavorava.

Eseguendo un controllo approfondito sul suo telefono cellulare è stato possibile, tramite le tracce lasciate dalle varie celle alle quali il suo telefono si è agganciato, avere nota i tutti i suoi spostamenti. Non meno importanti sono le testimonianze rilasciate dai suoi colleghi: quest'ultime sostengono le prove raccolte dagli inquirenti.

La versione di Bossetti

Claudio Salvagni, uno dei legali che assiste l'uomo, afferma che se questa perizia venisse confermata, non farebbe altro che rendere ciò che Bossetti aveva espresso durante gli interrogatori più reale.

Massimo Bossetti ha raccontato al gip Ezia Maccora i suoi spostamenti del 26 novembre 2010: egli si sarebbe recato al lavoro, ma ci sarebbe stato solo per l'intera mattinata, durante il pomeriggio l'uomo sarebbe andato in un'officina per fare controllare il suo furgone, che presentava dei guasti. Più tardi avrebbe fatto sosta dal falegname e dal commercialista; infine si sarebbe diretto presso la propria abitazione, passando nelle vicinanze del centro sportivo.

I filmati, ripresi dalle telecamere poste nei pressi dei luoghi citati da Bossetti, hanno raccontato una realtà diversa: l'uomo si sarebbe si recato al lavoro, ma sarebbe rimasto nella zona del campo sportivo in una fascia oraria che è possibile collocare tra le 17:45 e le 18:30. La verità insomma è ancora lontana dall'essere rivelata del tutto: si spera che nei prossimi giorni le forze dell'ordine riescano a ricostruire, con tanto di prove, la dinamica dei fatti.