Nauseante, incredibilmente nauseante, ma vero, amaramente vero, il verdetto dei medici legali dopo le indagini sul corpo di Fortuna: la bambina ha subito abuso per via anale, abuso snocciolatosi lungo un periodo di due mesi. Probabilmente a causa di questi abusi e per paura di essere scoperto, l'omicida pedofilo averebbe poi deciso di uccidere la bambina, scaraventandola giù dalla finestra di un palazzo ne Parco Verde di Caivano. La bambina nell'ultimo periodo della sua vita era cambiata come raccontano gli specialisti del centro di riabilitazione Airri di Aversa, che si occupava di monitorare la piccola Fortuna: "Mostrava dei chiari segni di instabilità psicologica, associata ad aggressività e difficoltà nel rimanere concentrata a scuola durante la lezione", ci spiegano gli specialisti di quel centro.

Fortuna era assente, aggressiva, perchè probabilmente aveva proprio in quel periodo iniziato a subire le angherie e i soprusi del pedofilo che l'aveva trasformata nel corpo e nell'anima.

La madre della vittima, Domenica Guardato, ha reagito con comprensibile rabbia quando ha saputo della pratica di sodomizzazione cui era stata esposta la figlia: "Voglio giustizia adesso, e se non la otterrò per vie legali me la farò da sola. In questo quartiere fanno tutti schifo perché tutti sapevano di quello che accadeva ma nessuno parlava". In effetti, risulta davvero difficile credere che nessuno in quel condominio abbia mai sentito o visto qualcosa di sospetto e di strano e che nessuno di loro, nemmeno a "giochi fatti", sia in grado di fornire qualche dettaglio utile ai fini della ricostruzione dell'omicidio e della identificazione del pedofilo.

Oltretutto in quello stesso palazzo e in quello stesso piano pochi mesi fa si era consumato anche il caso di pedofilia e di relativo omicidio del piccolo Antonio Giglio, di appena tre anni. A parte le violenze sessuali subite, i due omicidi sono accomunati anche da un altro elemento, ovvero il fatto che entrambi i corpi trovati morti fossero privi della scarpa destra.