Le rivelazioni di Vallanscanza riaprono (per l’ennesima volta) il caso Pantani: “In carcere mi dissero di puntare milioni contro di lui”. Quando si muovono i milioni non importa se ti chiami Pantani, se sei un campione, se sei un simbolo nazionale. Quando si muovono i milioni contano solo i milioni. “Mi hanno fregato” aveva dichiarato Pantani prima di morire. O prima di essere ucciso e incastrato: questo lo decideranno i giudici. La procura di Forlì approfondisce l’inchiesta sulla morte del pirata. L’inchiesta sulla morte dello sport italiano. I soldi di solito non hanno un colore.

Ma questi sembrano avere tutto l’odore della camorra. Complotti, minacce esplicite, scommesse fraudolente. Pantani ucciso per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva e alla truffa. Su questo indagano il procuratore capo Sergio Sottani e il sostituto Lucia Spirito.

Pantani, cosa è successo il 5 giugno del ’99?

A due sole tappe dalla conclusione del Giro d’Italia del ’99, Pantani, ormai lanciato verso la vittoria finale, viene squalificato. 51,9 punti di ematocrito, 1.9 sopra il limite consentito. Un provetta non sua, una provetta riscaldata e manipolata. Si sarebbe potuto invalidare il test. Un test contraffatto, falsato. Un test creato ad hoc per far perdere il pirata e far vincere la camorra.

Questa è l’ipotesi della procura di Forlì sulla quale si basano le indagini.

Molti gli indizi sospetti

"La nuova inchiesta è partita dopo la presentazione di un esposto in cui si ipotizza l'omicidio volontario: stiamo vagliando le incongruenze segnalate per valutarne la fondatezza e l'eventuale rilevanza”. Con queste parole di Paolo Giovagnoli si era riaperto a inizio agosto il caso sulla morte di Pantani.

E da settembre il caso è decollato, con molti indizi sospetti, che hanno dato sempre più spessore alle ipotesi della procura. Sono iniziati gli interrogatori: dagli amici, ai medici, ai manager. Da questi interrogatori emergono vari aspetti che non tornano. Uno degli interrogati avrebbe dichiarato di aver visto il lavandino del bilocale, dove è stato trovato il corpo di Pantani, al centro della stanza.

La polizia, invece l’avrebbe trovato al suo posto. Alterazione di luoghi. Altro aspetto stano è quello del video girato dalla polizia. Tre ore girate in 51 minuti. Tagli volontari per nascondere delle prove? Pantani è stato ucciso alle ore 11. Il suo Rolex segnava, però, le 17:05. Un guasto meccanico che secondo gli inquirenti sarebbe stato causato da una colluttazione. Qualcuno era nella stanza e stava spostando il corpo. 

Prove inquinate con la complicità della polizia?

Nel video della polizia si sente un poliziotto che rovescia le posate dell’appartamento. Dopo molti minuti l’operatore inquadra le posate come se fossero state scaraventate a terra da Pantani stesso durante la morte.

Evidente inquinamento di prove e occultamento della verità dei fatti. Durante le indagini non sono state prese, inoltre, impronte digitali. Cosa alquanto singolare dal momento che sono state trovate tracce di cocaina sul collo di una bottiglia d’acqua. Qualcuno avrebbe potuto drogare il pirata, quindi. Perché non prenderne le impronte? Infine la vicina di casa che dice di non aver sentito alcun rumore. Nonostante la versione ufficiale della polizia voleva un Pantani in delirio, impegnato a devastare la casa prima della morte. Come giustificare tutte queste alterazioni di prove? Chi ha manomesso le indagini? Chi ci ha guadagnato dalla morte del Pirata? La procura farà chiarezza sulla morte del grande ciclista italiano.

Ma il punto rimane uno: lo sport italiano non è più pulito. I soldi hanno inquinato i valori dello sport, i soldi hanno ucciso il pirata. Quei soldi che forse hanno riempito le tasche della camorra, forse hanno riempito le tasche di qualche boss. Di sicuro quei soldi che hanno svuotato la carriera del Pirata, la vita di Pantani e il bello del Ciclismo italiano.