Purtroppo non sono serviti a nulla i molteplici appelli lanciati nel mondo per bloccare la terribile condanna a morte. Reyhaneh Jabbari si è spenta a mezzanotte per esecuzione capitale mediante impiccagione nel carcere di Teheran dove era reclusa. La donna era stata condannata a morte per aver ucciso l'uomo che aveva tentato di stuprarla. L'esecuzione era stata sospesa più volte e l'ultima volta era accaduto il 30 settembre. Tutti questi rinvii avevano alimentato la possibilità che le autorità iraniane potessero procedere ad un atto di generosità.

La notizia della sua morte è pervenuta attraverso la pagina Facebook dedicata al salvataggio della vita di Reyhaneh. I genitori della ragazza sono stati convocati 24 ore prima dell'esecuzione, affinché potessero vederla viva per l'ultima volta. Sholeh Pakravan, madre della donna, ha provato a compiere l'ultimo tentativo con un appello affidato ad Aki-Adnkrons International, restato inascoltato, per salvare la vita della figlia. Raccapricciante la notizia, se confermata, che all'esecuzione fosse presente il figlio della vittima che avrebbe personalmente sottratto lo sgabello su cui era salita la condannata.

La vicenda

Reyhaneh aveva appena 19 anni quando fu tratta in arresto nel 2007. L'accusa fu quella di aver assassinato un ex-dipendente del ministero dell'Intelligence di Teheran, di nome Morteza Abdolali Sarbandi.

La donna confessò di aver colpito con un coltello l'uomo, mentre gli voltava le spalle, ma di aver compiuto il gesto soltanto per difendersi da un'aggressione a scopo sessuale. I giudici non hanno mai preso in considerazione le dichiarazioni di Reyhaneh e, qualche tempo dopo, è stata emessa la sentenza di condanna a morte. Per salvare Reyhaneh era stata organizzata una vasta campagna internazionale. Anche l'Alto commissariato per i diritti umani dell'Onu si era interessato alla vicenda, denunciando che il processo, svolto nel 2009, non aveva considerato la legittima difesa applicata per il tentato stupro, oltre alla presenza nel procedimento processuale di molteplici irregolarità.

La famiglia dell'uomo ucciso avrebbe potuto salvare la vita di Reyhaneh, ma a condizione che la ragazza negasse di aver subito un tentato stupro. Ma Reyhaneh non ha accettato, pur sapendo a cosa stava andando incontro.