Alta tensione a Torino in piazza Castello. Città blindata per il summit EU sul lavoro. 1.500 uomini impiegati tra poliziotti, carabinieri e finanzieri. Alla Conferenza partecipano i ministri con delega al lavoro e al sociale dei 47 Paesi membri del Consiglio d'Europa, presente anche il presidente della Camera, Laura Boldrini, oltre che il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Due i cortei di protesta questa mattina: di Fiom-Cgil, con migliaia di lavoratori in piazza e molte bandiere di Rifondazione Comunista, in occasione dello sciopero regionale di otto ore proclamato in tutte le aziende metalmeccaniche della regione; e degli studenti dell'università in collaborazione con i centri sociali e antagonisti, unico l'obiettivo: raggiungere la sede del vertice dei ministri europei del Lavoro in svolgimento oggi e domani al Teatro Regio.

Previsto per domenica un terzo corteo ancora di studenti e antagonisti.

Gli scontri sono avvenuti al corteo degli studenti, aperto da uno striscione tenuto da ragazzi con le maschere di Anonymous che recitava: "Contro il vertice dell'ipocrisia. Scuola per tutti, precarietà per nessuno". Dai manifestanti sono partiti lanci di bottiglie, pomodori e uova in direzione delle forze dell'ordine che hanno risposto con il lancio di lacrimogeni. Secondo la versione della Questura l'attacco di qualche centinaio di antagonisti di area autonoma e anarchica è arrivato a sorpresa, in coda al corteo. Tre poliziotti feriti, in modo non grave, dall'esplosione di una bomba carta, coinvolti anche un funzionario e il Vicario del Questore.

Tensione che è salita diverse volte durante i tentativi a più riprese, di sfondamento dei presidi a protezione del vertice. Sei gli autonomi fermati e portati in questura, due sembra che siano stati arrestati per resistenza e violenza a pubblico ufficiale aggravata dal lancio di oggetti, si tratterebbe di uno studente italiano e di un minorenne di origine marocchina, altri due studenti, un disoccupato e un operaio dovrebbero essere stati rilasciati.

"Eccesso di reazione nella gestione dell'ordine pubblico" osserverà la Fiom di Landini a margine e conclusione del proprio comizio, su un palco dove campeggia uno striscione con la scritta "Mai la nostra firma per i licenziamenti".