La vicenda legata alla morte di Marco Pantani (che sarebbe avvenuta per esagerata assunzione di sostanze stupefacenti) è ormai riaperta a tutti gli effetti e le ultime news che vi dobbiamo in merito, al 17 ottobre 2014, si devono soffermare sull'ipotesi che l'overdose sia stata in realtà "provocata" ad arte da qualcuno che aveva interesse a ucciderlo. Ma chi? Forse qualcuno facente parte dell'insidioso mondo dello spaccio? O forse è necessario cercare altrove? La vicenda va chiarita perché la morte di Marco Pantani lasciò da subito perplessi.



Dall'analisi proposta dalla trasmissione tv specializzata "Quarto grado" è necessario procedere a nuove perizie relative alla triste vicenda che si è consumata nell'ormai famoso residence di Rimini dove Pantani è caduto per l'ultima volta.

Marco Pantani non è stato solo un campione, uno sportivo trascinatore, per il suo modo garibaldino di interpretare il ruolo di scalatore che accompagnava le sue imprese memorabili con gesti vagamente teatrali, come quando consegnava al vento la famosa bandana che era un po' il marchio di fabbrica del popolare "pirata" prima di mettere la quinta e volare lontano, lì dove nessuno poteva andare più a prenderlo. Marco Pantani è stato un grande personaggio, l'icona dell'Italia che non voleva saperne di mollare in un momento storico-sociale tra i più duri.



Per anni abbiamo acceso la tv per ascoltare le ultime news sulle varie tappe ciclistiche sperando in qualche ora di riscatto, seppure per interposta persona, augurandoci di vedere finalmente vincere l'Italia operaia, quella che non ha troppe risorse a disposizione e deve aggrapparsi alla dedizione al sacrificio, alla forza di volontà, alla capacità di stringere i denti.

Marco Pantani era tutto questo e in quelle ore sulle salite di montagna noi eravamo Marco Pantani, avevamo il pizzetto, l'orecchino e la bandana e cercavamo disperatamente di non mollare per tirare avanti con dignità.



Lo ricorderete certo tutti, fasciato dalla maglia gialla di primo in classifica al Tour de France. Ora, al 17 ottobre 2014, a tingersi di giallo è la sua morte, anche per la ferma volontà della madre Tonina, legatissima al figlio, che in varie occasioni si è detta determinata ad andare fino in fondo in questa storia.