Sarà un momento storico quello che inizierà domenica 23 novembre 2014 alle 21:59 ora italiana, quando all'interno di una navicella Soyuz verrà lanciata Samantha Cristoforetti dal cosmodromo di Bajkonur. Prima donna italiana a visitare lo spazio rimarrà per circa sei mesi come equipaggio dell'ISS, contribuendo allo svolgimento di tutte le attività di ricerca, sperimentazione e manutenzione del laboratorio spaziale in orbita. Sarà protagonista di numerosi esperimenti selezionati da Esa ed Asi, sviluppati da enti di ricerca, università e piccole e medie imprese.

Ma chi è Samantha? Una donna come le altre o ha qualcosa in più? Non tutte le donne che hanno partecipato al concorso per astronauta avevano le sue qualità, anche come esperienza nel volo. Capitano dell'Aeronautica Militare Italiana, pilota di caccia, dal 2010 sta studiando ed esercitandosi nei centri spaziali mondiali per acquisire le conoscenze e le tecniche per poter seguire le procedure necessarie per tutte le operazioni di bordo nella capsula ed all'interno della Stazione Spaziale Internazionale.

La partenza di domenica riempirà un vuoto che la nostra agenzia spaziale meritava di colmare, se non altro come una delle principali sostenitrici economiche e strutturali dell'ISS. Sono molte le parti italiane installate sulla stazione, e molti anche gli astronauti (Samantha è la settima) che di conseguenza hanno avuto il privilegio di essere trasportati lassù.

Ormai non è più tempo di eroi, ma di persone con una elevata esperienza tecnica e professionale, magari più simili a noi di quanto non fossero 40-50 anni fa. Ad essere pignoli, il primo nello spazio nato in Italia fu Michael Collins, comandante del modulo di comando dell'Apollo 11, che vide i natali a Roma, figlio di un militare americano di stanza nell'ambasciata americana.

Ma non è la stessa cosa…

Ricordiamo quanto il mondo fu sorpreso quando l'Unione Sovietica lanciò nello spazio con la Vostok 6 il 12 marzo 1962 la prima donna cosmonauta, Valentina Tereskova, sarta, stiratrice e paracadutista figlia di un carrista caduto in guerra. Motivi propagandistici e politici ci furono nella scelta di questa figlia del popolo che stupì il mondo scientifico.

Un anno dopo Gagarin i russi ebbero la spudoratezza di mostrare quanto facile fosse per i sovietici lanciare persone in orbita. 49 orbite terrestri in quattro giorni, eroe dell'Unione Sovietica.

Passarono molti anni prima che gli Usa si decidessero a lanciare con gli Space Shuttle, 20 anni dopo Tereskova, e nell'83 fu Sally Ride ad entrare nella storia. A quei tempi si diceva che non fosse un grande sforzo, in quanto lo Shuttle era comodo come un pullman in gita, e che anche gli anziani potevano andare in orbita così. In seguito morirono 4 donne nei disastri della navetta, un pesantissimo tributo di sangue. Adesso che i lanci con persone a bordo vengono effettuati con le solide ed affidabili Soyuz russe, rimangono le difficoltà, le accelerazioni, lo spazio angusto, gli atterraggi poco morbidi, ma rimane il fascino dell'avventura, dell'esplorazione, che non è prerogativa esclusiva del cosiddetto sesso forte.

Go Samantha!