Secondo Gary Kasparov, e non è il solo a dirlo, il mondo dovrebbe prendere sul serio la minaccia delle armi nucleari russe, persino in Ucraina. Questa affermazione è stata rilasciata durante un intervista all'agenzia di stampa ucraina Ukrinform. Dice anche: "Non voglio spaventare nessuno, ma dovete capire che se una persona dice seriamente e ribadisce ripetutamente che la minaccia delle armi nucleari è un percorso e una possibile soluzione, e la televisione russa sviluppa costantemente questa idea, vorremmo sapere se la NATO è pronta ad entrare in scena, nel caso seppure improbabile dell'uso di armi nucleari tattiche in Ucraina.

Questo scenario è folle, ma solo 10 mesi fa nessuno avrebbe mai pensato quali potessero essere oggi i rapporti sul fronte russo-ucraino, e che ci sarebbe stata una guerra".

Kasparov ha chiesto di prestare molta attenzione a ciò che ha detto il presidente Putin. Spesso ripeteva che non farà questo e quello, ma la lista di ciò che "non farà" Putin è infinita. Purtroppo ha già fatto un sacco di cose, senza fare proclami. Basta ascoltare le sue frasi e leggere bene fra le righe. I suoi discorsi da febbraio ad aprile hanno articolato molto bene i passi della sua agenda politica. Così oggi, quando Putin elogia il ricatto nucleare di Krusciov agli Stati Uniti degli anni '60, dobbiamo prenderlo sul serio.

Dobbiamo essere preparati su questo. "Vi è la possibilità, anche remota, che possa impazzire e dare un ordine folle, ed avere gente intorno che obbedisca ad ordini folli. Il problema oggi è garantire che non ci siano persone pronte ad obbedire, e che possano capire quali possano essere le conseguenze dell'obbedienza a questo tipo di ordini.

I Paesi sotto la minaccia potenziale della Russia dopo l'Ucraina sarebbero, sempre secondo Kasparov, i Paesi baltici, che costituiscono un "bersaglio attraente", in quanto rappresenterebbero un colpo diretto alla NATO e, in seconda battuta la Georgia e l'Azerbaigian, che non possono essere al sicuro. In realtà poi ci sarebbe il Nagorno Carabakh una repubblica autoproclamatasi indipendente dall'Azerbaigian, situata nel Caucaso meridionale, con un conflitto congelato che ha cominciato un disgelo nei mesi scorsi.

Per Kasparov, è chiaro che Putin attaccherà, in quanto si tratta di un aggressore per natura che ritiene le aggressioni esterne una risorsa per sostenere il proprio prestigio all'interno del Paese stesso. Il presidente avrebbe tutti i mezzi e le possibilità per una escalation dei conflitti nel territorio dell'ex Unione Sovietica e questo per lui, sarebbe il mezzo per la propria sopravvivenza, non avendo più nulla da offrire al popolo russo.