Era il 13 maggio 1981 e mentre si trovava a bordo della sua Papamobile scoperta, papa Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyła, fu ferito gravemente da due proiettili. Fu subito arrestato il turco Ali Agca, che poi si scoprì essere un terrorista del gruppo di estrema destra denominato Lupi grigi. Sui mandanti non è mai stata fatta chiarezza, ma la Commissione Mitrokin, commissione del Parlamento italiano, stabilì che l'attentato sarebbe stato progettato dal KGB in collaborazione con i servizi segreti della Germania Est, con l'appoggio di un gruppo terroristico bulgaro a Roma, che a sua volta si sarebbe rivolto appunto ai Lupi grigi.

Agca ottenne la grazia nel 2000 dall'allora Presidente Ciampi, accelerata dal perdono quasi immediato di Wojtyla due anni dopo e fu estradato in un carcere di estrema sicurezza turco. Tornato libero dopo dieci anni, l'ex terrorista ha più volte parlato di segreti del Vaticano e ieri, in una video conferenza su Skype, ha annunciato un clamoroso ritorno in Italia che potrebbe provocare un terremoto nella Santa sede per ciò che potrebbe rivelare.

Il mistero Orlandi

Afferma che nessuno potrà fermarlo, neanche lo Stato italiano che non vuole un suo ritorno in Italia. Minaccia di rivelare alcuni segreti sullo Stato Pontificio. Vuole parlare con la stampa, l'attuale Papa Francesco ma anche, e soprattutto, con la famiglia di Emanuela Orlandi, una cittadina vaticana figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, sparita nel 1983 all'età di quindici anni.

È convinto che la donna sia ancora viva e probabilmente viene tenuta nascosta in qualche convento. Ha avuto anche parole di apprezzamento sull'attuale Pontefice e dice che l'anno prossimo lancerà un messaggio a Fatima per il mondo.

Farneticazioni o verità? Riuscirà Agca a tornare in Italia e magari pure risolvere il mistero sulla morte della Orlandi, uno dei tanti della storia della nostra Repubblica italiana rimasto irrisolto? Forse volutamente per i protagonisti della situazione.