Carabinieri in azione a Roma, nell'ambito di una maxi operazione legata ad eventuale reato di "associazione di stampo mafioso". Le forze dell'ordine stanno effettuando delle perquisizioni alla Pisana e in Campidoglio, dove si trovano gli uffici dei consiglieri comunali e regionali. Potrebbe dunque essere in arrivo un vero e proprio terremoto giudiziario e politico, ed emergono anche i nomi dei primi indagati da parte della Procura di Roma.

Perquisizioni negli uffici amministrativi e regionali: 39 provvedimenti restrittivi 

I carabinieri stanno perquisendo uffici amministrativi e regionali.

Secondo le prime indiscrezioni, dovrebbero già essere scattati i primi arresti in merito ad un'inchiesta riguardante un'organizzazione a delinquere di stampo mafioso. Si parla di circa 39 provvedimenti restrittivi che riguarderebbero imprenditori, ex terroristi ed esponenti politici. In manette, al momento sarebbero finiti l'ex amministratore delegato dell'Ente Eur, Riccardo Mancini e l'ex terrorista dei Nuclei Armati Rivoluzionari, Massimo Carminati. Alla Regione, le forze dell'ordine starebbero effettuando perquisizioni negli uffici del consigliere regionale Eugenio Patanè (Partito Democratico), Luca Gramazio (Pdl-Forza Italia), mentre in Campidoglio le attenzioni sarebbero puntate sugli uffici del presidente dell'Assemblea capitolina Mirko Coratti (Partito Democratico).

Al momento, lo staff di Coratti si trova al di fuori degli uffici.

Tra gli indagati spunta il nome di Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma

Nell'ambito dell'operazione scattata a Roma, riguardante una presunta associazione a delinquere di stampo mafioso, nel registro degli indagati sarebbe finito anche Gianni Alemanno.

Infatti, i carabinieri avrebbero perquisito anche la casa del politico barese, che è stato sindaco della Capitale dall'aprile del 2008 fino al giugno del 2013, quando al suo posto è stato eletto Ignazio Marino. Dunque, un vero e proprio "ciclone" potrebbe abbattersi su Roma, se dalle perquisizioni e dalla prosecuzione delle indagini, dovessero essere confermati i 39 provvedimenti cautelari ordinati dalla Procura e, soprattutto, se dovesse essere ribadito il reato di organizzazione a delinquere di stampo mafioso.