Greta e Vanessa sono rientrate in Italia. Alle 4 di questa mattina un aereo dei servizi segreti le ha restituite sane e salve alle loro famiglie. Prigioniere dal 31 luglio scorso, Greta e Vanessa erano partite per la Siria come volontarie. Dove sicuramente ce n'era bisogno. Ma anche dove, forse, era meno gradita la loro presenza. Il rapimento di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo ha riacceso il dibattito sulle modalità del braccio di ferro tra giustizia e terrorismo. E le voci di un possibile riscatto da 12 milioni di dollari hanno fatto il resto.

Polemiche tra i cittadini, ma sopratutto tra i politici. Dopo l'annuncio della liberazione di Greta e Vanessa alla Camera, l'opposizione ha subito chiesto di fermare i lavori. Per poter ascoltare i dettagli delle trattative da chi era coinvolto nella vicenda. Per capire se fosse stato pagato un riscatto o no. Richiesta subito respinta, anche se oggi alle 13 il Ministro degli Esteri Gentiloni era atteso alla Camera per dare spiegazioni.

Che esista o no questo riscatto, che sia stata un'esagerazione oppure no, subito si sono scatenate le ire di chi non avrebbe voluto piegarsi al gioco dei terroristi. "Sarebbe uno schifo" commenta Salvini. Ma purtroppo non è così semplice. Ci sono delle vite in gioco.

Vite di giovani ragazze. Ingenue forse. Sicuramente idealiste. E che, ci piaccia o no, non possono venire abbandonate dal proprio Paese.

Greta e Vanessa, vittime di un terrorismo sempre più forte

Mesi fa, le prime voci volevano l'Isis dietro al rapimento. La notizia è stata poi smentita. Sembra invece che le ragazze siano state sequestrate dai qaedisti di Al Nusra.

Non che faccia differenza. La cosa davvero importante è la modalità con cui questi gruppi stanno agendo. Parliamo di un terrorismo sempre più forte. Più audace. Pronto a sfidare i paesi occidentali senza esclusione di colpi.

Un cambiamento nella tattica, insomma. L'obiettivo non sono più tanto i soldati, quanto i civili.

Volontari, ma soprattutto giornalisti. Più che una bomba ad un convoglio militare, è questo che ora fa davvero scalpore. E che ha permesso agli estremisti islamici di assicurarsi la piena attenzione del resto del mondo.

Video dopo video, con gli occhi dei cittadini puntati addosso, è sempre più difficile per chi ci governa non cedere alle richieste dei terroristi. E' sempre più difficile doversi poi giustificare per aver lasciato morire dei connazionali. Dove sta il giusto? Nella responsabilità di fronte ai propri cittadini o nella lotta al terrorismo, costi quel che costi?