Uno scempio, una violenza nei confronti delle grandi opere della storia orientale; la ferocia e l'ignoranza di menti malate hanno annientato un'intera (o quasi) cultura proveniente da tremila anni fa. Tale furia dei jihadisti si è, per l'ennesima volta, abbattuta contro opere d'arte e reperti archeologici. Statue ed antichi libri di inestimabile valore della civiltà assiro-babilonese sono stati irrimediabilmente danneggiati dai fondamentalisti islamici, con l'ausilio di fuoco, picconi e martelli pneumatici. Il vergognoso misfatto è pervenuto tramite un video diffuso dallo stato islamico a Mosul; è stata una folle ed inspiegabile campagna verso un grande e lontano passato, conclusasi con l'incendio di varie biblioteche e con la distruzione di una parte delle mura dell'antica città di Ninive, sita alla periferia di Mosul.

Il video pervenuto, diffuso tramite un account Twitter usato dal Califfato, mostra la distruzione da parte dei fondamentalisti islamici del patrimonio archeologico di un museo di Ninive. Tale ripresa dura cinque minuti e si sofferma soprattutto sui cartelli in doppia lungua inglese ed araba, che descrivono le varie opere in esposizione. Tra le statue distrutte, anche quella raffigurante Nergal, antica divinità mesopotamica dalle sembianze di un toro alato. Secondo una delle leggi dell'Isis di stampo sunnita e fondamentalista, è infatti vietata la rappresentazione di qualsiasi essere umano, animale o divinità.

E' davvero questa la volontà di Maometto?

Un jihadista in primo piano, con dietro di lui lo scempio appena concluso, dichiara nel video: "Queste rovine dietro di me sono quel che resta delle statue raffiguranti le divinità pagane che in passato allontanaro gli uomini da Allah.

Il nostro grande Profeta Maometto buttò giù le statue dei falsi idoli quando andò alla Mecca. E' ordine del nostro profeta distruggere le statue pagane, così fecero i suoi fedeli quando conquistarono e sottomisero i vari paesi stranieri ed infedeli. Quando bisogna compiere la volontà di Dio non ci fermiamo davanti a nulla, neanche alla distruzione di statue dal valore di milioni di dollari". A Mosul sono stati registrati ben 1791 siti archeologici, quattro di essi appartenenti proprio all'antica civiltà assira.