Assassinio a due passi dal Cremlino. Durante la notte del 28 febbraio, il leader dell'opposizione russa Boris Nemtsov è stato freddato con quattro colpi di pistola mentre passeggiava per le strade della capitale. L'uomo, che al momento dell'accaduto si trovava in compagnia di una ragazza di Kiev, temeva già un simile risvolto.

Nemtsov, 55 anni, era stato vice primo ministro durante il governo di Boris Eltsin e da allora era diventato il simbolo dell'opposizione russa. L'aspra critica alla politica di Putin, la sua opposizione alla guerra in Ucraina e all'annessione della Crimea, assieme alle indagini per smascherare le ricchezze occulte del clan del presidente, non gli sono valse molte simpatie.

L'assassinio perpetuato questa notte, infatti, ha tutta l'aria di essere un'esecuzione ben organizzata: l'uomo è stato raggiunto da un'auto mentre stava passeggiando in compagnia di una ragazza ucraina, probabilmente una modella, ed è stato freddato da quattro colpi di pistola. Il tutto è avvenuto pochi minuti dopo la mezzanotte sul ponte della Moscova che porta al Cremlino.

L'uomo, in un'intervista di due settimane fa, aveva già ammesso di temere un simile destino. Il 10 febbraio 2015, infatti, il sito russo Sobesednik.ru riportava le scioccanti parole dell'ex vicepremier: "Ho paura che Vladimir Putin voglia uccidermi". Nemmeno questo, però, era riuscito a fermare l'instancabile oppositore che subito dopo annunciò nuovamente il suo disprezzo per la politica regnante.

Il 1 marzo Boris Nemtsov avrebbe dovuto guidare la manifestazione "Primavera" contro il governo di Putin, a discapito dei tanti boicottamenti che avevano cercato di stroncarla sul nascere. La protesta, infatti, non aveva ricevuto i permessi per la manifestazione in pieno centro, e aveva addirittura rischiato di essere suddivisa in 11 piccoli eventi che dovevano tenersi nei remoti sobborghi di Marijno.

Dopo 9 anni dall'ultimo assassinio politico, che costò la vita alla giornalista d'opposizione Anna Politkovskaja, Putin si esprime condannando l'atto e indicandolo come una possibile provocazione. Il presidente russo ha promesso alla famiglia della vittima di condurre indagini approfondite per scovare i responsabili del delitto, ma le sue parole non fermano l'indignazione dell'occidente.