Una storia paradossale: suo padre era il presidente del comitato delle vittime dei misteriosi incendi che dal 2004 si ripetevano a Caronia senza trovare una spiegazione, lui, invece, il piromane. Giuseppe Pezzino è stato arrestato stamattina con l'accusa di essere l'autore di quei roghi. Il padre, Nino Pezzino, che chiedeva aiuti economici per risanare i danni, è adesso sospettato di esserne il complice.

I misteriosi roghi di Caronia: una saga decennale

Siamo a Caronia, paese del Messinese, in Sicilia. Una storia che durava da anni, precisamente dal 2004: a Canneto di Caronia, frazione del sobborgo, andavano misteriosamente a fuoco mobili, oggetti, elettrodomestici.

Una vicenda che turbava non poco le tremila anime del paesello sugli Appennini siciliani e che destava paure e interrogativi: chi appiccava quei roghi da più di 10 anni? Nel primo episodio di quella che appare una saga decennale, un centinaio di persone era stato costretto ad abbandonare le proprie case, trasformando Canneto in una frazione-fantasma.

Scartate le ipotesi scientifiche, il mistero non sembrava trovare una risoluzione. Si erano perfino chiamate in causa forze soprannaturali per spiegare l'origine delle fiamme. Roba da poltergeist o addirittura da esorcista. Si era costituito un Comitato per le vittime, che a gran voce richiamava l'attenzione di privati e istituzioni sull'affaire-Caronia, chiedendo gli aiuti economici necessari a risanare i danni.

A presiederlo, Nino Pezzino.

Le prime luci sul mistero e la svolta

Poi, lo scorso ottobre, le prime luci su un mistero che sembrava irrisolvibile. C'è un indagato per gli incendi fino a quel momento ritenuti spontanei. Chi è? Si tratta di Giuseppe Pezzino, 26 anni, figlio del presidente del Comitato per le vittime dei roghi.

A casa Pezzino, il 28 luglio, vi era stato l'ennesimo caso inspiegabile in cui, dal nulla, i mobili degli appartamenti caronesi avevano preso fuoco: "Le fiamme sono partite a ridosso di un armadio e si sono propagate alla camera da letto; non sappiamo cosa sia accaduto" - aveva detto Nino Pezzino, padre di Giuseppe. Lui e il figlio erano anche rimasti lievemente ustionati in quell'episodio.

Un modo per depistare le indagini? Ma ancora il mistero resta fitto.

Oggi, invece, la svolta. Giuseppe viene arrestato con l'accusa di essere l'autore materiale almeno della seconda tornata di incendi, con la complicità del padre, che è stato raggiunto da un avviso di garanzia. Se così fosse, si tratterebbe di una truffa bell'e buona. Il padre chiedeva i soldi per risanare i danni dei roghi "soprannaturali", il figlio li appiccava. Nessun demonio o spirito vendicativo: per il momento non c'è bisogno di disturbare l'esorcista.