Il Trinunale del Riesame di Firenze ha respinto la nuova richiesta di arresto per Francesco Schettino, l'ex capitano della nave da crociera Costa Concordia, coinvolta nel famoso "naufragio del Giglio". L'ordinanza è stata depositata il giorno prima di Pasqua, ma è stata resa nota successivamente dal nuovo legale di Francesco Schettino. Nel mese di febbraio del 2015 il Tribunale del Riesame ha respinto analoga richiesta della Procura di Grosseto, che ritiene sussista il pericolo di fuga dell'ex capitano.

La nuova richiesta di custodia cautelare, tuttavia, è stata motivata con la circostanza che l'ex capitano della nave della Costa Concordia avrebbbe ricevuto (nei giorni precedenti la sentenza dell'11 febbraio 2015, con la quale è stato condannato in primo grado a 16 anni e 1 mese di carcere) circa una quarantina di telefonate dall'estero, in particolare da Stati Uniti, Grecia, Thailandia e India.

A questo si aggiunge il famoso servizio del programma televisivo Le Iene, i cui inviati hanno organizzato uno scherzo a Francesco Schettino, fingendosi membri di Canale 5 interessati a farlo parteciare al programma televisivo "L'Isola dei Famosi" e offrendo un premio di presenza di 2 milioni di euro (le trattative sarebbero state avviate).

I PM della Procura di Grosseto, di consegeuenza, si sono convinti che l'ex capitano si stesse attivando per lasciare l'Italia.

La decisione del Tribunale del Riesame: no all'arresto cautelare, non vi è pericolo di fuga. Le reazioni di Francesco Schettino

Il Tribunale del Riesame di Firenze ha motivato, con ordinanza, la nuova decisione di non accogliere la richiesta di arresto cautelare della Procura di Grosseto, ritenendo non sussista il pericolo di fuga da parte di Francesco Schettino. Si ricorda che in primo grado Schettino è stato condannato, complessivamente, a 16 anni e un mese di carcere - di cui 5 anni per il reato di disastro colposo, 10 anni per il reato di omicidio plurimo colposo, 1 anno per il reato di abbandono di persone minori o incapaci, 1 mese per omissione di corretta informazione alla Capitaneria di Porto -, oltre al risarcimento danni (in solido con la Costa Crociere) nei confronti delle parti civili.

La Procura di Grosseto aveva chiesto la condanna a 26 anni di reclusione e 3 mesi di arresto. L'ex capitano, intervistato con i suoi legali, si è detto contento della decisione del Tribunale del Riesame, dichiarando di voler rimanere in Italia per difendersi. Francesco Schettino ha, infatti, consegnato spontaneamente il passaporto alle Autorità del Comune di Meta di Sorrento, dove abita, chiedendone la trasmissione alla Questura di Napoli.

Il nuovo avvocato di Schettino ha precisato che i Giudici del Riesame hanno ritenuto applicabile, al caso di specie, il principio generale secondo cui la carcerazione cautelare non può essere una misura di espiazione anticipata della pena. Per le news sul processo nei confronti di Costa Concordia e Francesco Schettino, cliccare sul tasto "Segui" prima del titolo.