Il massacro in Kenya, si parlava di 148 studenti uccisi, ma a quanto pare tale numero sarebbe destinato a salire inesorabilmente. Le vittime potrebbero essere molto di più, perché molte altre persone mancano ancora all'appello, persone che sono state uccise nell'università di Garissa, trasformata per un giorno in una fossa comune. C'è una foto, una foto che sta facendo il giro del mondo ed è veramente inquietante, in quanto mostra i corpi di questi ragazzi cristiani gli uni vicini agli altri all'interno di una stanza del campus. Ci sono circa trecento allievi del campus universitario keniota di Garissa che mancherebbero attualmente all'appello e dei quali non si hanno più notizie.

Si parla ora di 200 e non di 142 studenti uccisi, oltre che di quaranta feriti. Tutto ciò lo fanno immaginare foto sconvolgenti, come quella diramata dalla polizia del Kenya, ma in particolare è la fonte dei salesiani quella che smentisce le notizie ufficiali.

Fonti contrastanti

A meno di quarantatotto ore dalla strage, il numero di vittime e di dispersi è ancora incerto. Intanto la comunità cristiana keniota denuncia pubblicamente il timore per le nuove minacce di jihadisti, i quali hanno promesso nuovi e violenti attentati. La polizia solitamente protegge lo svolgimento delle messe, ma i cristiani del luogo hanno ora paura anche di celebrare le opportune funzioni pasquali. In Kenya comunque cresce la rabbia, lo sdegno e le accuse al governo, colpevole di aver sottovalutate le minacce di Al Shabab.

Lascia perplessi inoltre le dichiarazioni del presidente Uhuru Kenyatta, il quale nelle ore precedenti l'attentato, ha definito il Kenya lo stato più sicuro rispetto a tutti gli altri paesi del mondo, ottenendo in cambio la promessa dei terroristi somali di attaccare anche Nairobi. Gli stessi terroristi hanno promesso che non ci sarà alcun luogo, alcun riparo sicuro per gli abitanti del Kenya, finchè tale stato continuerà a mantenere le sue truppe in Somalia.

La minaccia ed il terrore sono emersi anche nel cuore di una studentessa cristiana sopravvissuta al massacro. "I miliziani avevano ampiamente pianificato la situazione, avevano già deciso il luogo ove colpire, avevano fatto ricerche sulla nostra area, sapevano tutto" ha affermato la ragazza in un'intervista riportata da Repubblica.it, e che è stata colpita ad un polso e ricoverata in ospedale.

Il professor Andrea Riccardi della Comunità di S. Egidio ha riferito durante un'intervista: "Sta succedendo qualcosa di terribile in Kenya a causa degli shabab somali, così come in Pakistan, in Medioriente. Paesi distantissimi, culture e lingue diverse, però sempre un filo che lega cristiani, che vengono uccisi solo perché cristiani e solo per il nome cristiano", come riportato da Ouest-France.