In questi giorni i riflettori sono puntati su Massimo Bossetti, accusato di aver seviziato e ucciso la piccola Yara Gambirasio. Inevitabile separare informazione dalla morbosità di molte trasmissioni televisive che cercano sempre più dettagli per creare l'audience. L'unico indagato del più orribile omicidio dei nostri giorni é in attesa del processo processo che inizierà il 3 luglio, come deciso dal gup Ciro Iacomino, accogliendo la richiesta del pm. Intanto, a Brembate di Sopra si alza un silenzio assordante. Nessuno vuole parlare più della vicenda e nessuno si schiera contro Bossetti.

La volontà di Brembate - Non è sicuramente l'atteggiamento di voler dimenticare cosa accadde quella terribile e fredda sera di novembre di 5 anni fa. Nessuno può cancellare dalla mente la crudeltà che è stata inferta sul corpo di una bambina. Yara era la figlia di tutti, soltanto una bambina e come tale la sua memoria va rispettata senza aggiungere null'altro di morboso. Il paese, divenuto ormai famoso per la morte della ragazzina, vorrebbe ora tornare alla normalità. C'è anche da dire che la stessa cosa non è avvenuta quando ad essere indagato era Mohammed Firki che corrispondeva allo stereotipo dello straniero che viene in Italia solo a delinquere.



A quei tempi l'accanimento contro l'uomo fu molto violento da parte della stessa gente che ora non vuole esprimere una parola contro il presunto assassino, italiano e padre di figli coetanei della vittima, che per questo motivo non può essere descritto come un "mostro". Contro Massimo Bossetti pesa il ritrovamento delle tracce di dna scoperte sul corpo della ragazza. Per sostenere la sua colpevolezza, l'accusa ha portato altre prove: le celle telefoniche che collegano il luogo del delitto e il furgone ripreso dalle telecamere mentre passava vicino alla palestra frequentata da Yara. Inoltre, sono emerse alcune contraddizioni nelle discussioni intercettate in carcere con la moglie Marita. Bossetti ha rifiutato il rito immediato, dichiarando di voler riuscire a trovare prove per difendersi. Ma rifiutando il rito abbreviato potrebbe rischiare l'ergastolo.