Giovanni Lo Porto, l'ostaggio italiano di 40 anni del quale non si avevano notizie dal gennaio 2012, è stato ucciso per errore durante un raid americano contro una base di Al Qaeda. Durante l'operazione, condotta con droni della Cia, è rimasto ucciso anche un cooperante americano di 73 anni, Warren Weinstein, ostaggio dei terroristi islamici dal 2011.

L'operazione antiterrorismo della Cia nella quale è rimasto ucciso l'ostaggio italiano risale al gennaio scorso, ma solo oggi è stata resa pubblica dal Wall Street Journal che ha citato fonti del governo statunitense.

L'uccisione di Giovanni Lo Porto, da tre anni ostaggio di Al Qaeda.

La notizia dell'uccisione di Lo Porto è stata confermata dal presidente americano Barack Obama che, nell'esprimere cordoglio alle famiglie per la tragedia, si è assunto tutta le responsabilità dell'attacco antiterroristico che ha portato alla morte di Lo Porto e Weinstein.

Secondo le informazioni diffuse dalla Casa Bianca, prima di procedere all'attacco con droni, aerei senza pilota comandati a distanza, la Cia aveva tenuto sotto sorveglianza per diverse settimane la postazione di Al Qaeda senza mai rilevare la presenza di ostaggi stranieri.

Nonostante che l'operazione risalga a gennaio, solo nel mese di febbraio la Cia ha cominciato a raccogliere indizi che facevano pensare alla morte degli ostaggi.

Inizialmente si ipotizzava che potessero essere stati uccisi nel corso di combattimenti, ma solo nelle ultime settimane di è avuta la certezza del fatto che l'ostaggio italiano e l'americano siano stati uccisi per errore nel corso dell'operazione condotta con i droni a gennaio.

Chi era Giovanni Lo Porto, il cooperante ucciso in Pakistan.

Giovanni Lo Porto, l'ostaggio italiano ucciso in Pakistan, era nato 40 anni fa a Palermo ed era esperto di cooperazione internazionale, grazie ad una laurea specifica conseguita a Londra e all'esperienza acquisita in attività di iniziative umanitarie ad Haiti e nella Repubblica Centraficana.

Al momento del suo rapimento, Lo Porto si trovava in Pakistan come collaboratore di una Organizzazione non Governativa tedesca per portare aiuto alla popolazione locale, ancora alle prese con le conseguenze della disastrosa alluvione del 2010.

Nel gennaio 2012, Lo Porto fu rapito insieme al collega tedesco Bernd Muehlenbeck, liberato nell'ottobre del 2014, ma del rapito italiano non si erano più avute notizie. Il suo caso era stato oggetto di appelli ed iniziative per 'rompere il muro del silenzio', culminate con una iniziativa lanciata da Change.org che, nel secondo anniversario del suo rapimento, aveva raccolto oltre 48 mila adesioni in tutto il mondo alla campagna #vogliamogiovannilibero.