Istanbul, è morto Mehmet Selim Kiraz, il procuratore turco sequestrato ieri da un commando di DHKP-C, gruppo di estrema sinistra. Anche lui è nel novero dei martiri di stato, di quelli che nella tomba si portano le verità scomode. Anche Kiraz adesso è tra le vittime di Gezi Park. In ospedale è stato sottoposto ad un intervento chirurgico. Sono stati letali i tre proiettili alla testa e due al corpo. Dopo una lunga giornata di trattative a sera le autorità dispongono il blitz, allarmati da uno sparo improvviso. Si scatena una raffica di mitra e forti esplosioni.

Vengono uccisi due sequestratori e Kiraz rimane gravemente ferito.

Il sequestro

Alle 10,36 ora locale il volto della città viene oscurato da una blackout. Nell'agitazione generale gli estremisti di DHKP-C (Devrimci Halk Kurtuluş Partisi-Cephesi, Partito-Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo) penetrano nel Palazzo di Giustizia di Caglaylan. Raggiungono il sesto piano. A stretto giro viene diffusa una foto, annunciata dagli spari dal tribunale: il magistrato Mehmet Selim Kiraz è seduto nel suo studio, già diventato un'ara dove esibire i totem del commando, con una pistola puntata. Il redattore del giornale turco Hurriyet contatta via cellulare il magistrato ma risponde una voce sconosciuta: "Il procuratore non è al momento disponibile".

Nel tempo del proferimento di quella sola frase coglie una seconda voce: "è la polizia". Il dialogo si interrompe. Dal quotidiano Hurriyet la notizia rimbalza nei palazzi del potere. Viene immediatamente disposta l'evacuazione dell'edificio, i poliziotti fanno un cordone intorno alla zona.

Perchè Kiraz?

Kiraz era il titolare dell'inchiesta su Berkin Elvan, l'adolescente ucciso dalla polizia durante le manifestazioni di Gezi Park.

La morte del ragazzo allora quindicenne era avvenuta l'11 marzo 2014, dopo 269 giorni di coma, colpito alla testa da una cartuccia di gas lacrimogeno. Stava andando a comprare il pane ma il fazzoletto con cui si copriva la bocca dai gas diffusi durante lo scontro lo tradì. Fu bollato come membro di un'organizzazione terroristica, così il primo ministro turco di allora, Recep Tayyip Erdogan, giustificò il fatto.

L'ultimatum

Non c'è molto tempo per le operazioni di salvataggio, arrivano presto le 15.36, l'ora fissata per la scadenza dell'ultimatum imposto dai sequestratori. E il termine viene disatteso. Ma l'interlocuzione con il commando prosegue per tutto il pomeriggio e circola il nome di Ümit Kocasakal, presidente della camera penale della capitale, eletto al ruolo di pontiere. C'è da salvare un uomo ma non si può abdicare alla "Ragion di stato" .Il governo era stato chiamato a rispondere a tre richieste: confessione in diretta del poliziotto responsabile dell'uccisione di Elvan; creazione di un tribunale del popolo che giudichi i poliziotti coinvolti e proscioglimento dei cittadini che hanno manifestato in ricordo del ragazzo.

Sami Elvan, il padre del ragazzo ucciso fa appello su Twitter perchè non si sparga altro sangue. "Voglio solo giustizia", scrive. Coloro che con il loro gesto pensavano di ottnere giustizia attraverso una via ingiusta glielo hanno invece negato.