Incredibile ciò che è accaduto a Washington. Chris Roberts, un abile esperto di cyber security, ha confessato all'Fbi di essere stato in grado di arrivare ai comandi di un aereo in volo. L'uomo, che è stato prontamente arrestato, afferma di voler lottare per la sicurezza dei computer nelle cabine di pilotaggio. Un reato, dunque, fatto per "una buona causa".

Chris Roberts è stato arrestato a Siracusa, in Usa

Dall'inizio dell'anno, Chris Roberts ha già subito tre interrogatori; i primi due, addirittura, su espressa richiesta. L'uomo, infatti, voleva allertare l'amministrazione americana dei rischi che stavano correndo.

Affermando che, per lui e per tutti gli altri haker con la medesima esperienza, sarebbe stato uno scherzo entrare nei sistemi di controllo di un Boeing. Chris Roberts, inoltre, afferma di esserci riuscito, senza alcuna fatica, circa una ventina di volte tra il 2011 e il 2014. Nel corso del terzo interrogatorio, dopo essere stato arrestato all'aeroporto di Siracusa, in Usa, nello scorso 15 aprile, fu la United Airlines ad avvisare l'Fbi. Poiché Roberts aveva postato dei 'tweet' in cui affermava di poter accedere a qualsiasi sistema d'aereo e, volendo, far cadere le maschere di ossigeno nelle cabine dei passeggeri.

La Boeing replica: "I nostri sistemi di volo non possono essere hakerati"

Chris Roberts è stato arrestato sul volo United partito da Denver e Chicago.

Gli agenti dell'Fbi hanno rintracciato il volo e hanno ravvisato segnali di manomissione delle scatole di controllo elettronico connesse ai sistemi di intrattenimento in volo. Neanche a dirlo, le suddette scatole si trovavano proprio sotto il sedile di Roberts. La Boeing, ovviamente, ha affermato l'impossibilità di hakeraggio dei suoi sistemi d'intrattenimento, definendoli come "del tutto isolati dai sistemi di volo e navigazione".

Concludendo che i propri aerei "non possono subire alcuna modifica ai propri piani di volo senza la revisione e approvazione da parte del pilota del velivolo".

Airbus, invece, non ha rilasciato alcun commento ufficiale. L'azienda, però, in passato, ha dichiarato a più riprese di esser dotata di 'firewall' che contengono l'accessibilità ai sistemi di volo e che, ad ogni modo "aggiorna costantemente l'intera architettura del sistema" per salvaguardare la sicurezza dei piani di volo.