Difficile dimenticare quella notte, il 10 maggio 2015, una data che rimarrà, certamente, indelebile per i genitori del ragazzo padovano, Domenico Maurantonio, morto dopo essere caduto dalla finestra dell'Hotel Da Vinci di Milano. Un silenzio assordante, che fa colorare di ulteriore lutto questo assurdo episodio che non trova una risposta.

Chi ha spinto Domenico? I compagni di Domenico fingono di rompere il silenzio, affermando di aver scritto una lettera che avrebbero voluto consegnare ai giornalisti ma che la polizia, invece, ha tenuto per se al fine di mantere il riserbo delle informazioni contenute.

Quanto dichiarato dai giovani non trova una giustificazione plausibile, poichè continuano a dire di non aver udito e sentito nulla e di aver lasciato Domenico dormire nella sua stanza. Certamente non si tratta di dichiarazioni apparentemente sincere, come può essere che nessuno di loro abbia visto o sentito qualcosa? La madre del giovane, a tal proposito, ha voluto dar sfogo ad un intervista rilasciata a NewsMediaset, fornendo pesanti accuse secondo le quali Domenico è stato spinto per essere ucciso, un gesto crudele travestito da scherzo disumano. Antonia Comin, la madre del giovane, continua ad affermare che suo figlio non era il tipo da fare bravate pericolose, inoltre, si domanda come possa essere possibile che i suoi compagni non abbiano udito nulla.

Sottolinea a gran voce che suo figlio è stato spinto volutamente, sebbene si tenti di nascondere questo gesto mascherandolo in uno scherzo fatale.

Analisi negative- Si smentisce, inoltre, la versione di alcuni studenti che avevano detto di aver mescolato del lassativo e alcol, infatti, dalle analisi ematiche a cui è stato sottoposto il cadavere dello studente, non sono risultate tracce del medesimo composto, quindi si esclude che il ragazzo avesse in corpo un tasso alcolico capace di fargli perdere conoscenza sino a gettarsi dalla finestra. Prende, dunque, sempre più forma l'ipotesi di un coinvolgimento diretto ed esecutivo dei compagni di scuola, che ad oggi non collaborano.