Ironia della sorte, ieri i migranti che hanno coperto distanze ben più lunghe che venti miglia, sono rimasti bloccati proprio a Ventimiglia. Più precisamente e a dispetto del nome della pur ospitale cittadina che li ospita, questi disperati sono stati fermati a qualche centinaio di metri dal confine italo-francese di Ponte san Ludovico. Il gruppo di fuggiaschi formato da donne, bambini e uomini, prevedeva anche la presenza di musulmani.

Questi ultimi oggi devono rispettare gli usi e costumi legati al Ramadan. Quindi, oltre agli stremi dell'esodo, dovranno tener conto delle rinunce alimentari previste dal loro credo.

Del mese di digiuno legato al Ramadan, si è interessata anche la Croce rossa italiana e francese: sotto il sole cocente dell'estate il popolo dei fuggitivi patirà un disagio doppio; con l'ovvio pericolo per la salute.

Legato al Ramadan è anche il rallentamento delle attività dei mediatori culturali. Questi, anche per ottemperare con più partecipazione all'evento, opereranno con meno solerzia. Comunque ambulanze e medecins du monde - i medici volontari - cercheranno di vigilare con più attenzione, sperando che non si creino fatti bisognosi di urgenza. I migranti fermi a Ventimiglia, arroccati sugli scogli dove la notte il mare muggisce, sono li, in attesa che qualcosa o qualcuno smuova una situazione dai seguiti imbarazzanti.

Purtroppo, così pare, l'Europa non mostra l'unitarietà: ognuno si chiude nel suo piccolo o grande eremo.

Qualche forza politica - in onda su Omnibus di La7 - questa mattina ha lanciato l'idea di dare dei pass per l'Europa ai migranti. È un'idea da tenere in considerazione. Comunque sia, l'importante è muoversi verso una soluzione: ufficializzare e legalizzare la gente di passaggio dallo stivale italiano potrebbe sbloccare una situazione che, tra l'altro, rischia di sfuggire di mano.

Infatti, è di ieri il blitz congiunto effettuato da carabinieri e polizia. I militari hanno sgomberato di peso i migranti che da quattro giorni dormivano e bivaccavano nei pressi della ferrovia. Tra proteste e resistenza passiva, alcuni sono stati forzati a sedersi in un pullman della Croce rossa. Quest'ultima, come organizzazione, si è dissociata dall'azione.

Va da sé che l'azione di scontro tra militari e fuggitivi non è stata libera da traumi fisici e psichici. In ambedue i fronti sono stati rilevati feriti e contusi. Sono stati segnalati anche due casi di resistenza a pubblico ufficiale con conseguenti arresti. Le ragioni del blitz sono state giustificate da problematiche legate alle condizioni igieniche sanitarie. I migranti che avevano usato come riparo il ponte della ferrovia, sono stati ospitati nella stazione di Ventimiglia.