E' svolta oppure no? Torneranno finalmente a casa? Il caso dei due Marò italiani è di nuovo agli onori della cronaca in questi giorni, dopo che l'India ha accettato il procedimento di arbitrato internazionale presso la Corte dell'Aja, a cui l'Italia si era rivolta per dirimere la complicata vicenda di Salvatore Girone e del convalescente Massimiliano Latorre, a tre anni e mezzo di distanza da quel maledetto 15 febbraio 2012.

E ora cosa accadrà? In India l'iniziativa italiana, di rivolgersi al tribunale internazionale, non è piaciuta a tutti, ha suscitato qualche protesta, ma dopo così tanto tempo è sembrata davvero l'unica via per poter chiarire a chi spetti la giurisdizione legale su questo caso.

Ora verrà creato un nuovo tribunale composto da cinque membri, uno scelto dall'Italia, uno scelto dall'India e tre di comune accordo.

Per il nostro Paese il successo sta nell'aver internazionalizzato il processo, traendolo quindi alle spire dell'iter legislativo indiano, ma non mancano comunque le incognite. Innanzitutto nessuno ci rassicura al 100% che i due Marò verranno assolti, come in ogni processo d'altronde e poi l'iter scelto potrebbe richiedere molto tempo prima di produrre una soluzione.

Tutta colpa dei Governi italiani di questi anni, tuonano in molti, che non hanno avviato prima questa procedura, illudendosi che con la diplomazia si poteva risolvere tutto a tarallucci e vino.

Ma la via dell'arbitrato internazionale, sulla carta lunga e complessa, favorirà con ogni probabilità proprio l'apertura di un dialogo tra India e Italia per risolvere una volta per tutte la questione, nonostante le proteste indiane di questi giorni, ed ecco perché la maggior parte dei commentatori è ottimista sull'esito della vicenda.

Insomma finirà bene? Abbiamo sbagliato tutto finora e adesso è la volta buona? Siamo ad un passo dalla soluzione o al contrario dobbiamo attenderci nuovi colpi di scena? Eccole le tante domande che si addensano sul futuro di due nostri compatrioti, spesso forse volutamente dimenticati da una parte della nostra Italia poco nazionalista!