Mentre in Italia vienechiuso il Cocoricò di Riccione ed Angelino Alfano dichiara che la medesima sorte toccherà anche ad altre discoteche, nelle quali vi sia un abituale traffico di droga, dalla Gran Bretagna arriva unanotizia che sta facendo il giro del mondo per via della sua particolarità: un movimento di genitori, rivolgendosi al premier inglese David Cameron,ha chiestoa gran voce che i giovani vengano maggiormente informaticirca le modalità di assunzione di sostanze stupefacenti e sulle conseguenze per la salute.

La testimonianza di un dramma

Di questo gruppo di persone fa parte anche Anne Marie che, nel 2013, ha perso la figlia Martha in seguito ad un'overdose da MDMA. La donna ha rilasciato una semplice dichiarazione, che però ha portato molti a riflettere su unargomento che, soprattutto in questi giorni, è stato tanto dibattuto: 'meglio avere una figlia drogata piuttosto che morta!'. L'affermazione, che per molti potrebbe comprensibilmente apparire esagerata, deve comunque essere ricondotta al dramma vissuto da questa mamma che, insieme agli altri genitori facenti parte del movimento, vorrebbe semplicemente che vi fosse meno silenzio sulla questione e che aumentasse la quantità e la qualità delle notizie a riguardo, così che i giovani possano essere coscienti dei rischi derivanti da abitudini di questo tipo ed aver dunque maggiore consapevolezza delle proprie azioni.

Il web come principale fonte di informazione

Anne Marie dichiara inoltre di aver controllato, qualche giorno dopo il decesso di sua figlia, la cronologia delle ricerche effettuate da quest'ultima, accorgendosi con stupore della presenza di moltissimi siti web all'interno dei quali venivano affrontate tematiche relative alle droghe.

Martha era dunque palesemente intenzionata acompiere quel gesto e non si è trattato di un episodio casuale. Come lei, molti giovani al giorno d'oggi si informano circa questi ed altri argomentiricorrendo ad Internet, piuttosto che al parere di un esperto qualificato, magari per evitare di sentirsi giudicati. Il problema è che non sempre le informazioni reperite online corrispondono al vero. Di conseguenza, sarebbe meglio che nozioni e consigli venissero richiesti a qualcuno con un maggior livello di preparazione e competenza.