Continua ancora il nostro viaggio nel mondo dei miracoli, prendendo sempre come fonte, l'affidabile giornalista Francesco Dora, inviato della nota rivista settimanale Grand Hotel. Questa volta Dora ha intervistato il pittore Umberto Zanetti, 85 anni, il quale sopravvisse miracolosamente all'esplosione della bomba che il 2 Agosto 1980 uccise 85 persone e ne ferì 200. L'uomo considera l'intervento del Santo Padre Pio da Pietrelcina (1887-1968), la causa della sua salvezza. Ecco cosa ha dichiarato il signor Zanetti durante l'intervista: "Ero vicinissimo all'ordigno e ad un tratto percepii un forte abbraccio protettivo.

Quando mi portarono in ospedale, con la testa spaccata in due, nessun medico pensava che potessi farcela". Ha poi continuato: "E' grazie a Padre Pio se sono ancora vivo, il mio corpo era ridotto a brandelli, avevo la testa spaccata, ero pieno di ferite sul ventre ed avevo le gambe, il torace, i piedi e le mani spezzati. Furono necessari 200 punti per ricucirmi. I soccorritori dicevano che non sarei sopravvissuto".

La vita dell'uomo era appesa ad un filo

Umberto visse una delle esperienze più terribili della sua vita, molto probabilmente la peggiore. Ancora ricorda con esattezza quei momenti orribili, pregni di paura e di morte. Il suo racconto è proseguito così: "Quel giorno la stazione di Bologna era piena di gente che doveva partire per le vacanze estive, fui sbalzato nel cratere e mi caddero addosso sassi, cemento, travi e pezzi di vagone.

Fu allora che vidi il volto di Padre Pio ed il suo sguardo mi diede coraggio": Il signor Zanetti ha però detto di aver sentito anche prima di questa esperienza l'aura divina e protettiva di Padre Pio su di lui. Egli ha ricordato per esempio, di come nel 1960 una grossa trave di ferro pesante due quintali, gli crollò addosso e di come, prodigiosamente, la caduta si fermò a pochi centimetri dalla sua testa.

Un Padre benevolo, che veglia con amore su tutti noi

Ancora, quando l'uomo si trovava a San Giovanni Rotondo, lo stesso Frate con le stimmate gli intimò di andare piano con la macchina una volta tornato a casa. Sfortunatamente, all'altezza di San Benedetto del Tronto, l'auto di Umberto si fermò e quest'ultimo, disperato, cadde subito nel panico.

Chiese aiuto a dei vigili, ma il problema sembrava irrisolvibile, solo qualche ora dopo riuscì a trovare un meccanico che fu capace di risolvere il problema della sua macchina. Il signor Zanetti, più tardi, trovò un catastrofico incidente con tanto di morti e feriti, l'uomo solo in quel momento capì che se la sua auto non si fosse precedentemente fermata, sarebbe stato sicuramente coinvolto nel disastro. Probabilmente, anche quel salvifico imprevisto, fu opera di Padre Pio.