Un ennesimo caso di cronaca che coinvolge la Scuola e che, soprattutto, denuncia le gravi carenze di personale. La storia, riportata dal quotidiano 'Repubblica', riguarda una ragazzina disabile che, lo scorso mese di settembre, ha iniziato la prima media in una scuola di Bari: Francesca, così come è stata chiamata con un nome di fantasia, è autistica e, seppur sia in grado di gestire i propri bisogni fisici, ha bisogno di essere accompagnata in bagno.

E qui sorgono i problemi, perchè nonostante sia stati predisposti gli 'appositi spazi' secondo quanto dettato dalla normativa vigente, l'uso dei servizi igienici è garantito unicamente nei limiti riguardanti la disponibilità di personale.

Bari, alunna disabile costretta a cambiare scuola: manca personale

Di fatto, la mamma di Francesca si è trovata costretta a trasferire la figlia in un'altra scuola, dall'altra parte della città, proprio perchè mancano le insegnanti di sostegno. Quello di Francesca non rappresenta certamente un caso isolato e raro, perchè ormai le denunce e le segnalazioni riguardanti la mancanza di personale e didocenti per il sostegno, si stanno moltiplicando in tutta Italia e non solo in Puglia dove, comunque, i numeri fanno rabbrividire: nonostante siano arrivati cinquecento insegnanti in più lo scorso mese di settembre e ne siano in arrivo altrettanti con la prossima e ultima fase assunzionale predisposta dal Ministero dell'Istruzione, la situazione resta difficilissima, visto il costante aumento di alunni disabili nella regione.

Miur e disabilità nella scuola pubblica: allarme che non va ignorato

Il garante regionale dei diritti dei minori, Rosy Paparella, che ha raccolto la denuncia della mamma di Francesca, ha parlato di inadeguatezza delle politiche scolastiche se confrontate con l'esigenza di rispettare i diritti dei minori fragili. E' chiaro che bisogna fare al più presto qualcosa, il Miur non può continuare ad ignorare i gravissimi disagi che il mondo della disabilità è costretto ad affrontare quotidianamente. Dalla risoluzione di enormi lacune, come quella di una ragazzina disabile costretta a cambiare scuola a un mese dall'inizio dell'anno scolastico, deve partire la vera Buona Scuola.