La morte di Yara Gambirasio, tredicenne di Brembate, ha scosso profondamente un'intera comunità. In queste settimane si sta celebrando il processo a carico di Massimo Bossetti, il carpentiere di Mapello accusato dai PM del turpe delitto. La ricostruzione di quanto accaduto a cura dell'anatomopatologa, la dottoressa Cristina Cattaneo, è risultata particolarmente drammatica.

Tracce del terreno

Durante il processo sono state fatte vedere alcune foto molto dure e in tale occasione il pubblico è stato invitato a lasciare l'aula. Una cosa molto importante che è emersa dal lavoro della Cattaneo è che le ferite sono state inferte nel campo stesso di Chignolo, in quanto la vittima "Nella mano destra stringeva arbusti di quella zona e al suo corpo, o ai suoi vestiti, risultavano attaccate spine tipiche di quel campo.

E anche alla base delle ferite abbiamo rilevato elementi botanici da collocare in quel luogo." ha spiegato l'anatomopatologa. Ne consegue che il soggetto (o i soggetti?) responsabile della morte di Yara Gambirasio ha portato la tredicenne in quel posto prima di infierire su di lei con "una lama affilata". Dall'esame del corpo sono emerse numerose torture poste in essere con tale lama, ma si è appurato che nessuna di esse è stata decisiva per il decesso. Resta da capire se Yara ha seguito volontariamente il suo carnefice o se è stata costretta a seguirlo con la forza. Questo aspetto ancora non è chiaro.

La ferita alla gola

Pare di capire, dall'analisi dei tagli sugli abiti, che è stata ferita quando era vestita.

A questo punto si può ipotizzare un tentativo di violenza al quale la giovane si è opposta. L'unica alternativa è l'opera di un folle, che ha agito per il solo desiderio di accanirsi contro di lei. La dottoressa Cattaneo ha inoltre evidenziato di avere rilevato un taglio a lato della gola di Yara Gambirasio. Anche questa ferita non sarebbe però stata fatale.

Per i rilievi dell'autopsia Yara è morta per il freddo di quella notte maledetta, indebolita dalle ferite da arma da taglio ricevute. Vi ricordiamo che Yara Gambirasio fu trovata morta nel campo di Chignolo solo tre mesi dopo la sua improvvisa scomparsa. Nei suoi bronchi sono state segnalate tracce di calce, forse presente nel campo.