Proseguono al 28 novembre 2015 le indagini sulla morte di Trifone Ragone e Teresa Costanza, caduti vittime di un killer spietato mentre si trovavano in auto nel parcheggio di una palestra di Pordenone, città dove vivevano e lavoravano con il progetto di formarsi una famiglia. Giovani, belli e dinamici, Trifone e Teresa non passavano certo inosservati a Pordenone. I tragici fatti risalgono al giorno 17 marzo 2015. Secondo quanto scrivono i colleghi del noto settimanale specializzato "Giallo", gli investigatori avrebbero messo le mani su un codice dna di tipo "misto" emerso dall'esame degli abiti di un sospettato e precisamente il militare Giosuè Ruotolo.

Il profilo genetico, sempre secondo ciò che affermano i giornalisti della Testata citata, rimanda a due individui le cui generalità sono al momento sconosciute. Ovviamente c'è il sospetto o se preferite l'ipotesi che il dna appartenga proprio a Trifone e Teresa Costanza ma ulteriori esami saranno eseguiti solo alla presenza dei legali di parte.

Il telefonino

Sono inoltre in corso le valutazioni informatiche relative al cellulare di marca "Samsung" di colore curo (Trifone aveva un modello così) individuato insieme all'arma del delitto nelle acque di un piccolo lago vicino la palestra Crisafulli dove il duplice delitto è stato commesso. E' chiaro che se risulterà che il telefonino appartiene a Trifone molte cose potranno essere scoperte dall'esame dello stesso, a partire da immagini e messaggi presenti.

Trifone era un uomo di bell'aspetto, militare di professione, che oltre alla passione del culturismo amava frequentare i locali notturni e i pub della zona di Pordenone. Anche alla sua compagna piaceva la vita notturna, come del resto a molti giovani della sua età. Teresa Costanza, laureata alla "Bocconi", aveva un impiego presso una compagnia di Assicurazioni e precisamente la Zurich. I due da qualche tempo avevano deciso di vivere insieme per unire definitivamente il loro destino. Ricordiamo che Giosuè Ruotolo era stato un coinquilino di Trifone in passato.